Attorno al 1300, il termine philosophie indicava "conoscenza, apprendimento, erudizione, opere di erudizione, un insieme di conoscenze." Proveniva dal francese antico filosofie, che significava "filosofia, conoscenza" (XII secolo, in francese moderno philosophie), e derivava direttamente dal latino philosophia, a sua volta dal greco philosophia, che si traduce come "amore per la conoscenza, ricerca della saggezza, indagine sistematica." Era composto da philo-, che significa "amante" (puoi vedere philo-), e sophia, che significa "conoscenza, saggezza," da sophis, che vuol dire "saggio, erudito." L'origine esatta della parola rimane sconosciuta [Beekes]. In inglese medio, si trovano molte varianti ortografiche, come filozofie e phelosophie.
Dal 1400 circa, il termine è stato usato per indicare "la disciplina che si occupa di speculazione o contemplazione razionale." Verso la fine del XIV secolo, ha assunto anche il significato di "scienza naturale," oltre a riferirsi all'"alchimia" e alla "conoscenza occulta." Nel Medioevo, si intendeva che il termine abbracciasse tutte le scienze speculative. L'accezione di "sistema di pensiero che una persona sviluppa per guidare la propria vita" è attestata dal 1771. Il significato moderno, che indica "l'insieme delle verità più elevate, la scienza delle questioni più fondamentali," risale al 1794.
Nec quicquam aliud est philosophia, si interpretari velis, praeter studium sapientiae; sapientia autem est rerum divinarum et humanarum causarumque quibus eae res continentur scientia. [Cicero, "De Officiis"]
Nec quicquam aliud est philosophia, si interpretari velis, praeter studium sapientiae; sapientia autem est rerum divinarum et humanarum causarumque quibus eae res continentur scientia. [Cicerone, "De Officiis"]
In 1744 he made an unsuccessful attempt to obtain a professorship at Edinburgh; having failed in this, he became first a tutor to a lunatic and then secretary to a general. Fortified by these credentials, he ventured again into philosophy. [Bertrand Russell, writing of Hume, in "A History of Western Philosophy," 1945]
Nel 1744, tentò senza successo di ottenere una cattedra a Edimburgo; dopo aver fallito, divenne prima tutore di un pazzo e poi segretario di un generale. Fortificato da queste esperienze, si avventurò di nuovo nella filosofia. [Bertrand Russell, scrivendo di Hume, in "A History of Western Philosophy," 1945]
[Philosophical problems] are, of course, not empirical problems; but they are solved through an insight into the workings of our language, and that in such a way that these workings are recognized — despite an urge to misunderstand them. The problems are solved, not through the contribution of new knowledge, rather through the arrangement of things long familiar. Philosophy is a struggle against the bewitchment ( Verhexung) of our understanding by the resources of our language. [Ludwig Wittgenstein, "Philosophical Investigations," 1953]
I problemi filosofici, ovviamente, non sono problemi empirici; ma si risolvono grazie a un'intuizione sul funzionamento della nostra lingua, e in modo tale che questi meccanismi vengano riconosciuti — despite un impulso a fraintenderli. I problemi non si risolvono con l'aggiunta di nuove conoscenze, ma attraverso una riorganizzazione di ciò che è già familiare. La filosofia è una lotta contro l'incantesimo (Verhexung) che la nostra lingua esercita sulla nostra comprensione. [Ludwig Wittgenstein, "Philosophical Investigations," 1953]