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Significato di gentile

non ebreo; pagano; estraneo

Etimologia e Storia di gentile

gentile(n.)

"colui che non è ebreo," circa 1400; in precedenza "colui che non è cristiano, un pagano" (fine del XIV secolo), dal sostantivo latino tardo usato per il latino gentilis "della stessa famiglia o clan, appartenente a una gens romana," derivato da gens (genitivo gentis) "razza, clan" (dalla radice PIE *gene- "dare alla luce, generare," con derivati che si riferiscono alla procreazione e ai gruppi familiari e tribali). Paragona gentle.

L'aggettivo latino significava anche "appartenente alla stessa nazione," quindi, come sostantivo, gentiles (plurale) poteva indicare "uomini di famiglia; persone appartenenti alla stessa famiglia; connazionali, parenti," ma anche "stranieri, barbari" (rispetto ai romani), coloro legati solo dal Jus Gentium, la "legge delle nazioni," definita come "la legge che la ragione naturale stabilisce tra tutti gli uomini e che è seguita da tutti i popoli allo stesso modo."

Il termine latino fu poi usato nella Vulgata per tradurre il greco ethnikos (vedi ethnic), da ta ethnē "le nazioni," che traduceva l'ebraico ha goyim "le (nazioni non ebraiche)" (vedi goy). Così, nel latino tardo, dopo la cristianizzazione di Roma, gentilis poteva anche significare "pagani, infedeli," in contrapposizione ai cristiani. Basandosi sulla Scrittura, gentile fu usato anche dai Mormoni (1847) e dai Shaker (1857) per riferirsi a coloro che non appartenevano alla loro fede.

Voci correlate

Verso la fine del XV secolo (in precedenza ethnical, all'inizio del XV secolo) il termine significava "pagano, non cristiano". Derivava dal latino tardo ethnicus, a sua volta dal greco ethnikos, che si traduceva come "appartenente a una nazione, nazionale". Alcuni scrittori, come Polibio, lo usavano per descrivere qualcosa "adattato al carattere o alle usanze di un popolo, peculiare a una comunità". Tra i grammatici, il termine indicava anche "adatto ai costumi o alla lingua degli stranieri". La radice greca ethnos si riferiva a un "gruppo di persone che vivono insieme, una nazione, un popolo, una tribù, una casta". Questo termine era usato anche per sciami o branchi di animali, e il significato originale era "persone della stessa specie". Risale all'indo-europeo *swedh-no-, una forma suffissata della radice *s(w)e-, che indicava la terza persona e il riflessivo, spesso usata per formare parole legate ai gruppi sociali (vedi idiom). In inglese, il termine era usato in precedenza come sostantivo per indicare "un pagano, un non cristiano, una persona che non è né cristiana né ebrea" (circa 1400). Oggi, nel suo significato moderno come sostantivo, si usa per designare un "membro di un gruppo etnico", a partire dal 1945.

Nella Settanta, il greco ta ethne traduceva l'ebraico goyim, plurale di goy, che significava "nazione", in particolare riferito ai non israeliti. Pertanto, il termine era spesso usato per indicare una "nazione gentile, un popolo straniero che non adora il vero Dio" (vedi goy). Inoltre, ethnikos veniva impiegato dagli scrittori ecclesiastici per descrivere qualcosa che "richiamava la natura dei pagani, estraneo al culto del vero Dio", e come sostantivo significava "il pagano, il gentile". Il significato classico di "peculiare a una razza o nazione" in inglese è attestato dal 1851, segnando un ritorno al significato originale della parola. Quello di "diversi gruppi culturali" risale al 1935, mentre "gruppo minoritario razziale, culturale o nazionale" è un'espressione dell'inglese americano del 1945. Il termine ethnic cleansing è documentato a partire dal 1991.

Although the term 'ethnic cleansing' has come into English usage only recently, its verbal correlates in Czech, French, German, and Polish go back much further. [Jerry Z. Muller, "Us and Them: The Enduring Power of Ethnic Nationalism," Foreign Affairs, March/April 2008]
Sebbene il termine 'ethnic cleansing' sia entrato nell'uso inglese solo di recente, i suoi correlati verbali in ceco, francese, tedesco e polacco risalgono a molto tempo prima. [Jerry Z. Muller, "Us and Them: The Enduring Power of Ethnic Nationalism," Foreign Affairs, marzo/aprile 2008]

All'inizio del XIII secolo, gentile, gentle indicava "ben nato, di rango o famiglia nobile." Derivava dall'antico francese gentil/jentil, che significava "di alta nascita, degno, nobile, di buona famiglia; coraggioso, valoroso; fine, buono, bello" (XI secolo, in francese moderno "carino, grazioso, piacevole; fine, carino"). La radice latina è gentilis, che significa "della stessa famiglia o clan," usata nel latino medievale per indicare "di nobile o buona nascita." Questa a sua volta derivava da gens (genitivo gentis), che significa "razza, clan," e affonda le radici nel verbo gignere, "generare," proveniente dalla radice protoindoeuropea *gene-, che significa "dare alla luce, generare." Da qui si svilupparono parole legate alla procreazione e ai gruppi familiari e tribali.

Il significato si è evoluto in inglese e francese fino a indicare "avere il carattere o le maniere di una persona di rango nobile o di buona nascita," a seconda di come questi erano definiti. A partire dalla metà del XIII secolo in inglese assunse il significato di "grazioso, gentile" (ora obsoleto), descrivendo le maniere considerate appropriate per la nobiltà cristiana o cavalleresca. Dalla fine del XIII secolo si usava per "cortese, educato, di buona famiglia, affascinante," e intorno al 1300 per "grazioso, bello." Il significato di "morbido, tenero; facile; non severo" (riferito a animali, oggetti, persone) emerse negli anni '50 del XVI secolo. Il significato più antico è ancora presente in gentleman, e si può confrontare con gentile (aggettivo), una forma alternativa che tende a mantenere i sensi biblici della parola latina (anche se gentle in medio inglese a volte significava "pagano, infedele"). Infine, genteel è la stessa parola ripresa dal francese. A partire dal 1823, il termine venne usato per indicare "relativo alle fate."

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Tendenze di " gentile "

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Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of gentile

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