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Significato di place-name

nome di un luogo; denominazione geografica; toponimo

Etimologia e Storia di place-name

place-name(n.)

"il nome di un luogo o località," dal 1868, da place (n.) + name (n.).

Voci correlate

"La parola con cui una persona o una cosa è designata," dall'inglese antico nama, noma "nome, reputazione," derivante dal proto-germanico *naman- (che ha dato origine anche all'antico sassone namo, all'antico frisone nama, all'antico alto tedesco namo, al tedesco Name, al medio olandese name, all'olandese naam, all'antico norreno nafn, e al gotico namo "nome"), dalla radice indoeuropea *no-men- "nome."

Il significato di "persona famosa" risale agli anni 1610 (man of name "uomo di distinzione" è attestato intorno al 1400). L'idea di "reputazione, ciò che comunemente si dice di una persona" appare intorno al 1300. Come modificatore per indicare "ben noto," è documentato dal 1938.

In the name of "per conto di, per autorità di," usato in invocazioni e simili, risale alla fine del XIV secolo. Name-day "il giorno sacro al santo il cui nome porta una persona" è attestato dal 1721. Name brand "prodotto realizzato da un'azienda rinomata" risale al 1944. Name-dropper "persona che cerca di impressionare gli altri citando persone famose in modo familiare" è documentato dal 1947. Name-child, un bambino chiamato in onore di un altro, è attestato dal 1830. L'espressione name of the game "la cosa essenziale o la qualità principale" risale al 1966; mentre have one's name in lights "essere un artista famoso" è attestato dal 1908.

"I don't realize yet how fortunate I am. It seems that I have been dreaming. When I see my name in lights in front of the theatre, I think, 'No. It isn't I.' " [Billie Burke interview in "The Theatre Magazine," Nov. 1908]
"Non mi rendo ancora conto di quanto sia fortunata. Sembra che stia sognando. Quando vedo il mio nome illuminato davanti al teatro, penso: 'No. Non sono io.'" [Intervista a Billie Burke in "The Theatre Magazine," novembre 1908]

Intorno al 1200, il termine "luogo" inizia a indicare "spazio, estensione dimensionale, stanza, area". Deriva dall'antico francese place, che significava "luogo, posto" (XII secolo), e direttamente dal latino medievale placea, che si traduceva anch'esso come "luogo, posto". Le radici affondano nel latino platea, che indicava un "cortile, spazio aperto; strada larga, viale", e nel greco plateia (hodos), che significava "strada larga", femminile di platys, "largo". Tutti questi termini si collegano alla radice ricostruita del proto-indoeuropeo *plat-, che significava "espandere".

Il termine ha sostituito le parole dell'inglese antico stow e stede. A partire dalla metà del XIII secolo, comincia a essere usato per indicare una "parte particolare dello spazio, un'estensione, una posizione definita, un luogo, un sito". Nel XIV secolo, assume anche il significato di "posizione o luogo occupato per consuetudine, precedenza, priorità in grado o dignità, status sociale, posizione in una scala sociale". Verso la fine del XIV secolo, si evolve ulteriormente per indicare un "luogo abitato, una città, un paese", ma anche "un punto sulla superficie di qualcosa, una porzione, una parte". L'accezione di "situazione, incarico o impiego" compare negli anni '50 del 1500, mentre l'idea di un "gruppo di case in una città" emerge negli anni '80 dello stesso secolo.

Da questa stessa radice latina derivano anche le parole italiane piazza, il catalano plassa, lo spagnolo plaza, il medio olandese plaetse, l'olandese plaats, il tedesco Platz, il danese plads e il norvegese plass. Il termine appare nell'inglese antico grazie alla Bibbia, in particolare nell'antico northumbriano plaece, plaetse, che indicava "un luogo aperto in una città". Tuttavia, la forma moderna è un rientro lessicale.

Il significato di "una residenza con i suoi terreni adiacenti" si afferma a metà del XIV secolo. Quello di "edificio o parte di un edificio destinato a uno scopo specifico" compare verso la fine del XV secolo, come in place of worship (luogo di culto). L'idea di "una strada larga, una piazza o uno spazio aperto in una città o in un paese", spesso con un uso o un carattere particolare (come in Park Place, Waverly Place, Rillington Place), si sviluppa negli anni '90 del 1600, influenzata dall'uso francese. La sua ampia applicazione in inglese abbraccia significati che in francese richiederebbero tre termini distinti: place, lieu e endroit. Le parole italiane piazza e spagnole plaza conservano ancora di più il senso etimologico originale.

Espressioni come take place ("accadere, realizzarsi, avere luogo") si affermano a metà del XV secolo, precedentemente formulate come have place (avere luogo), usate già nella fine del XIV secolo. Questa locuzione traduce il francese avoir lieu. L'espressione know (one's) place ("sapere come comportarsi in modo adeguato alla propria posizione sociale") risale circa al 1600, derivando dal significato legato allo "status sociale". Da qui si sviluppa l'espressione figurativa put (someone) in his or her place (1855), che indica il mettere qualcuno al suo posto. Nella locuzione in the first place (innanzitutto), ecc., il termine assume il significato di "punto o grado in un ordine di successione" (anni '30 del 1600). L'espressione Out of place ("non adeguatamente collocato o sistemato rispetto ad altri elementi") emerge negli anni '20 del 1500. Infine, All over the place ("in disordine") è attestata a partire dal 1923.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of place-name

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