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Significato di pleonastic

ridondante; superfluo; eccessivo

Etimologia e Storia di pleonastic

pleonastic(adj.)

"caratterizzato da pleonasmo, ridondante nel linguaggio, che usa più parole del necessario per esprimere un'idea," 1778, con -ic + greco pleonastos "abbondante," da pleonazein (vedi pleonasm). Correlato: Pleonastical (1650s).

Voci correlate

"ridondanza nelle parole," 1580s, dal latino tardo pleonasmus, dal greco pleonasmos, derivato da pleonazein "essere più che sufficiente, essere superfluo," usato in grammatica per "aggiungere superfluo," combinando pleon "più" (dalla radice ricostruita *pele- (1) "riempire"). Non è necessariamente un difetto retorico e a volte è usato efficacemente per enfasi. Come scrive Fowler, "Lo scrittore che usa [il pleonasmo] in quel modo deve essere giudicato in base a se riesce a produrre il suo effetto e se l'occasione lo giustifica."

The first surplusage the Greekes call Pleonasmus, I call him [too full speech] and is no great fault, as if one should say, I heard it with mine eares, and saw it with mine eyes, as if a man could heare with his heeles, or see with his nose. We our selues ysed this superfluous speech in a verse written of our mistresse, neuertheles, not much to be misliked, for euen a vice sometime being seasonably vsed, hath a pretie grace. [George Puttenham, "The Arte of English Poesie, 1589]
Il primo surplusaggio i Greci lo chiamano Pleonasmus, io lo chiamo [discorso troppo pieno] e non è un grande difetto, come se qualcuno dicesse, L'ho sentito con le mie orecchie e l'ho visto con i miei occhi, come se un uomo potesse sentire con i talloni o vedere con il naso. Anche noi abbiamo usato questo discorso superfluo in un verso scritto per la nostra padrona, tuttavia, non è molto da disapprovare, poiché anche un vizio, se usato con tempismo, ha una certa grazia. [George Puttenham, "The Arte of English Poesie, 1589]

In Medio Inglese, -ik, -ick era un elemento che formava aggettivi, usato per indicare "relativo a, avente la natura di, essendo, fatto di, causato da, simile a." Proveniva dal francese -ique e direttamente dal latino -icus, o dal greco -ikos, che significava "nel modo di; relativo a." Derivava dal suffisso aggettivale proto-indoeuropeo *-(i)ko, che aveva dato origine anche allo slavo -isku, un suffisso aggettivale che indicava origine e che si ritrova nel -sky (russo -skii) di molti cognomi. In chimica, veniva usato per indicare una valenza più alta rispetto ai nomi che terminano in -ous, con il primo esempio in benzoic, datato 1791.

In Medio Inglese e oltre, era spesso scritto come -ick, -ike, -ique. Le forme varianti in -ick (critick, ethick) erano comuni nell'inglese moderno iniziale e sono sopravvissute nei dizionari inglesi fino all'inizio del XIX secolo. Questa grafia era sostenuta da Johnson, ma avversata da Webster, che alla fine prevalse.

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