È la sedicesima lettera dell'alfabeto romano classico e in inglese compare solo prima di una -u- seguita da un'altra vocale (con alcune eccezioni; vedi sotto), indipendentemente dal fatto che la -u- sia pronunciata o meno (pique). La lettera deriva dall'equivalente fenicio dell'ebraico koph, qoph, usato per il suono "k" più profondo e gutturale nelle lingue semitiche. Era presente già nell'antico greco (dove non esisteva tale distinzione) e si chiamava koppa, ma era poco usata e non faceva parte dell'alfabeto; principalmente serviva come segno numerico per il novanta.
Il legame con -u- iniziò in latino. Gli scribi anglosassoni all'inizio adottarono questa abitudine, ma in seguito usarono le grafie con cw- o cu-. Il modello qu- tornò in inglese con i normanni e i francesi dopo la Conquista, sostituendo cw- intorno al 1300.
In alcune varianti ortografiche della tarda inglese medievale, quh- prese piede anche al posto di wh-, specialmente nei dialetti scozzesi e settentrionali. Un esempio è quello di Gavin Douglas, Priore di St. Giles, nella sua versione in lingua vernacolare dell'"Eneide" del 1513:
Lyk as the rois in June with hir sueit smell
The marygulde or dasy doith excell.
Quhy suld I than, with dull forhede and vane,
With ruide engine and barrand emptive brane,
With bad harsk speche and lewit barbour tong,
Presume to write quhar thi sueit bell is rong,
Or contirfait sa precious wourdis deir?
Come le rose di giugno col loro dolce profumo
La margherita o il crisantemo eccelle.
Perché dovrei, con fronte cupa e vana,
Con ingegno rozzo e cervello sterile,
Con linguaggio aspro e barbiere ignorante,
Osare scrivere dove la tua dolce campana suona stonata,
O falsificare le sue preziose parole care?
Gli studiosi usano -q- da solo per traslitterare il semitico koph o l'equivalente turco o iraniano (come in Quran, Qatar, Iraq). Nella teologia cristiana, dal 1901 Q è stato usato per indicare la fonte ipotetica dei passi condivisi da Matteo e Luca ma non da Marco; in questo senso probabilmente è un'abbreviazione del tedesco Quelle "fonte" (dall'alto tedesco antico quella, dallo stesso protogermanico di cwiella, cwylla "sorgente; pozzo"). Nei racconti in inglese medio, è un'abbreviazione di quadrans "farthing" (metà del XV secolo). Nei nomi personali romani è un'abbreviazione di Quintus.