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Significato di amerce

multare; infliggere una pena pecuniaria

Etimologia e Storia di amerce

amerce(v.)

"punizione mediante multa arbitraria o discrezionale," 1215, in precedenza amercy, anglo-francese amercier "multare," da merci "misericordia, grazia" (vedi mercy). La frase legale estre a merci "essere alla mercé di" (un tribunale, ecc.) è stata corrotto in estre amercié, un buon esempio di come una frase avverbiale nel linguaggio giuridico tende a diventare un verbo (confronta abandon).

Frans hom ne seit amerciez pour petit forfet. [Magna Charta]

Correlati: Amercement; amerciable/amerceable.

Voci correlate

fine del XIV secolo, "rinunciare (qualcosa) assolutamente, rinunciare al controllo, cedere completamente;" anche riflessivo, "arrendersi (se stessi), cedere (se stessi) completamente" (alla religione, alla fornicazione, ecc.), dall'antico francese abandonner "arrendersi, rilasciare; dare liberamente, permettere," anche riflessivo, "dedicare (se stessi)" (XII secolo).

La parola francese antica era formata dalla frase avverbiale à bandon "a volontà, a discrezione," da à "a, verso" (dal latino ad; vedi ad-) + bandon "potere, giurisdizione," dal latino bannum, "proclamazione," che proviene da una parola franca o di altro tipo germanico, dal proto-germanico *bannan- "proclamare, convocare, bandire" (cose tutte fatte per proclamazione); vedi ban (v.).

Mettre sa forest à bandon was a feudal law phrase in the 13th cent. = mettre sa forêt à permission, i.e. to open it freely to any one for pasture or to cut wood in; hence the later sense of giving up one's rights for a time, letting go, leaving, abandoning. [Auguste Brachet, "An Etymological Dictionary of the French Language," transl. G.W. Kitchin, Oxford, 1878]
Mettre sa forest à bandon era una frase giuridica feudale nel XIII secolo = mettre sa forêt à permission, cioè aprirla liberamente a chiunque per pascolo o per tagliare legna; da qui il senso successivo di rinunciare ai propri diritti per un tempo, lasciare andare, abbandonare. [Auguste Brachet, "An Etymological Dictionary of the French Language," transl. G.W. Kitchin, Oxford, 1878]

Il significato "lasciare, disertare, abbandonare (qualcuno o qualcosa in bisogno)" è dal tardo XV secolo.  Correlato: Abandoned; abandoning.

Etymologicamente, la parola porta un senso di "mettere (qualcosa) sotto il controllo di un altro," e la prima apparizione della parola in inglese è come avverbio (metà del XIII secolo) con il senso di "sotto (il proprio) controllo," da qui anche "illimitato."

Again, as that which is placed at the absolute command of one party must by the same act be entirely given up by the original possessor, it was an easy step from the sense of conferring the command of a thing upon some particular person to that of renouncing all claim to authority over the subject matter, without particular reference to the party into whose hands it might come ; and thus in modern times the word has come to be used almost exclusively in the sense renunciation or desertion. [Hensleigh Wedgwood, "A Dictionary of English Etymology," 1859]
Ancora, poiché ciò che è posto al comando assoluto di una parte deve nello stesso atto essere interamente rinunciato dal possessore originale, è stato un passo facile dal senso di conferire il comando di una cosa a una particolare persona a quello di rinunciare a ogni pretesa di autorità sul soggetto, senza particolare riferimento alla parte nelle cui mani potrebbe andare; e così nei tempi moderni la parola è venuta ad essere usata quasi esclusivamente nel senso di rinuncia o diserzione. [Hensleigh Wedgwood, "A Dictionary of English Etymology," 1859]

Verso la fine del XII secolo, il termine indicava il "perdono di Dio per le offese dei suoi creati." Derivava dall'antico francese mercit, merci (IX secolo), che significava "ricompensa, dono; gentilezza, grazia, pietà." Le radici latine risalgono a mercedem (al nominativo merces), che si traduceva in "ricompensa, salario, pagamento, compenso." Nella lingua volgare si usava anche per "favore, pietà," mentre nel latino medievale assumeva significati come "grazie" o "grazia." La sua origine si trova in merx (genitivo mercis), che indicava "merci, beni in vendita" (si veda market (sostantivo)). Nella tradizione ecclesiastica latina, a partire dal VI secolo, il termine venne associato specificamente alla ricompensa celeste riservata a chi mostrava gentilezza verso i bisognosi e coloro dai quali non ci si aspettava nulla in cambio.

Il significato di "disposizione a perdonare o mostrare compassione" è attestato già all'inizio del XIII secolo. L'idea di "atto o esercizio di tolleranza o buona volontà" si sviluppa intorno al 1300. Come interiezione, compare a partire dalla metà del XIII secolo, spesso come abbreviazione di espressioni come may God have mercy o have mercy on me.

Molti dei significati inglesi si trovano in forme simili già in francese, ma in quest'ultima lingua il termine è stato in gran parte sostituito da miséricorde, a meno che non venga usato come espressione di ringraziamento.

Il senso di "azione discrezionale" (come in at (one's) mercy) emerge a metà del XIV secolo. L'espressione Seat of mercy, che si riferisce al "rivestimento dorato dell'Arca dell'Alleanza" (1530), e quindi al "trono di Dio," è una traduzione innovativa di Tyndale del termine tedesco gnadenstuhl coniato da Lutero. Questa traduzione, però, non è del tutto precisa rispetto al latino propitiatorium, che a sua volta deriva dall'ebraico kapporeth, il quale significa letteralmente "propiziatorio."

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    Tendenze di " amerce "

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of amerce

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