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Significato di death-wish

desiderio di morte; impulso autolesionista

Etimologia e Storia di death-wish

death-wish(n.)

"desiderio, consapevole o inconscio, di morte per sé stessi o per un altro," 1896, da death + wish (n.).

Voci correlate

In inglese antico deaþ significava "cessazione totale della vita, atto o fatto di morire, stato di morte, causa della morte." Al plurale indicava "fantasmi." Derivava dal proto-germanico *dauthuz, che ha dato origine anche all'antico sassone doth, all'antico frisone dath, all'olandese dood, all'alto tedesco antico tod, al tedesco Tod, all'antico norreno dauði, al danese død, allo svedese död e al gotico dauus, tutti con il significato di "morte." La radice verbale *dau- potrebbe derivare dalla radice proto-indoeuropea *dheu- (3), che significava "morire" (vedi die (v.)). Il suffisso proto-germanico *-thuz indicava un "atto, processo, condizione."

I would not that death should take me asleep. I would not have him meerly seise me, and onely declare me to be dead, but win me, and overcome me. When I must shipwrack, I would do it in a sea, where mine impotencie might have some excuse; not in a sullen weedy lake, where I could not have so much as exercise for my swimming. [John Donne, letter to Sir Henry Goodere, Sept. 1608]
Non vorrei che la morte mi prendesse mentre dormo. Non vorrei che mi afferrasse semplicemente, dichiarandomi morto, ma che mi conquistasse e mi sopraffacesse. Quando dovrò affondare, vorrei farlo in un mare dove la mia impotenza potesse avere qualche giustificazione; non in un lago melmoso e incolto, dove non potrei nemmeno esercitarmi a nuotare. [John Donne, lettera a Sir Henry Goodere, settembre 1608]

Per gli oggetti inanimati, il significato di "cessazione, fine" si affermò verso la fine del XIV secolo. Dalla fine del XII secolo, deaþ iniziò a essere usato anche per indicare "la morte personificata, uno scheletro come figura della mortalità." Verso la fine del XIV secolo, il termine assunse il significato di "peste, grande mortalità," in riferimento al primo scoppio della peste bubbonica (si veda Black Death). Il simbolo della mortalità, Death's-head, comparve negli anni '90 del '500. L'espressione Death's door, che significa "vicinanza alla morte," risale agli anni '40 del '500.

Come intensificatore verbale, deaþ assunse il significato di "fino alla morte, mortalmente" (ad esempio in hate (something) to death) negli anni '10 del '600. In precedenza, si usava to dead (inizio XIV secolo). Lo slang be death on, che significa "essere molto bravi in qualcosa," comparve nel 1839. L'espressione be the death of, che significa "essere la causa o l'occasione di una morte," è attestata in Shakespeare (1596). L'espressione a fate worse than death risale al 1810, anche se l'idea è antica.

Il termine Death row, che indica "la parte di un carcere riservata esclusivamente ai condannati a morte," è documentato dal 1912. Death knell è attestato dal 1814; death penalty, che significa "pena di morte," risale al 1844; death rate è documentato dal 1859. L'espressione Death-throes, che indica "le convulsioni che in alcuni casi accompagnano la morte," risale circa al 1300.

inizio del 14° secolo, "atto di desiderare, azione mentale di bramare o desiderare," anche "ciò che si desidera;" da wish (v.). Cugino con l'antico norreno osk, medio olandese wonsc, olandese wens, alto tedesco antico wunsc, tedesco Wunsch "un desiderio."

Wish-book "catalogo di vendita per corrispondenza" è del 1927 (in riferimento a "30 anni fa"); wish-list è del 1972. Wish fulfillment (1901) traduce il tedesco wunscherfüllung (Freud, "Die Traumdeutung," 1900).

We recall a time 30 years ago when, living on the Dakota prairies far from the semblance of a town, a visit to a store was a rare occasion. But the absence of a store was compensated, in a measure, by the presence of the "wish book". Some folks called it the mail order house catalogue, but the other name always seemed more appropriate. Of a winter evening one could shop and shop as he turned the pages of that entrancing book and found there article after article which was alluringly described and which virtually made one's fingers itch. [Vancouver (Wash.) Columbian, March 29, 1927]
Ricordiamo un tempo 30 anni fa quando, vivendo nelle praterie del Dakota lontano dalla parvenza di una città, una visita a un negozio era un'occasione rara. Ma l'assenza di un negozio era compensata, in parte, dalla presenza del "libro dei desideri". Alcune persone lo chiamavano il catalogo della casa di vendita per corrispondenza, ma l'altro nome sembrava sempre più appropriato. In una serata invernale si poteva fare acquisti sfogliando le pagine di quel libro incantevole e trovando articolo dopo articolo descritti in modo allettante che facevano praticamente prudere le dita. [Vancouver (Wash.) Columbian, 29 marzo 1927]
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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of death-wish

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