"Uno dei membri di una razza di potenti esseri soprannaturali nel folklore germanico," in antico inglese elf (nelle varianti merciana e kentish), ælf (nella variante northumbriana), ylfe (plurale, nella variante west saxon) "spirito, fata, folletto, incubus," derivato dal proto-germanico *albiz (che è anche la radice dell'antico sassone alf, dell'antico norreno alfr, e del tedesco alp, tutti termini che indicano "spirito maligno, folletto, incubus"). L'origine è sconosciuta; secondo Watkins, potrebbe derivare dalla radice indoeuropea *albho- che significa "bianco." A partire dagli anni '50 del Cinquecento, il termine è stato usato in senso figurato per indicare una "persona birichina."
Oltre a elf/ælf (maschile), in antico inglese esisteva anche la forma parallela *elfen (femminile), il cui plurale era *elfenna, -elfen, proveniente dal proto-germanico *albinjo-. Entrambi i termini sono sopravvissuti nel medio inglese e sono stati attivi, con il primo che si è evoluto in elf (con la vocale del plurale), plurale elves, e il secondo in elven, nel dialetto del West Midlands alven (plurale elvene).
Originariamente, l'elf germanico era descritto come un essere nano e maligno (si veda elf-lock "nodo nei capelli," ælfadl "incubo," ælfsogoða "singhiozzo," ritenuti causati dagli elfi). Nel Medioevo, gli elfi sono stati in parte confusi con le fate; la versione più nobile inizia con Spenser. Tuttavia, sono rimasti un elemento popolare nei nomi anglosassoni, molti dei quali sono sopravvissuti come nomi propri e cognomi moderni, come Ælfræd "Consiglio degli Elfi" (Alfred), Ælfwine "Amico degli Elfi" (Alvin), Ælfric "Sovrano degli Elfi" (Eldridge), e anche nei nomi femminili come Ælfflæd "Bellezza degli Elfi." Elf Lock si riferisce ai capelli aggrovigliati, specialmente quelli causati da Queen Mab, "che non era fortunato disfare" [secondo il glossario di Shakespeare di Robert Nares], risalente al 1592.