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Significato di put-out

offeso; arrabbiato; turbato

Etimologia e Storia di put-out

put-out(adj.)

"offeso, arrabbiato, turbato," dal 1887, dalla frase verbale nel senso di "offendere," attestata dal 1822; vedere put (v.) + out (adv.). Forse tramite il senso precedente di "causare la perdita dell'autocontrollo, disorientare" (anni 1580). La frase verbale è dal metà del 14° secolo come "scacciare, bandire, esiliare;" dal 1520 come "estinguere" (un fuoco o un oggetto in fiamme). put out, di una donna, "offrirsi per un rapporto sessuale" è attestato dal 1947.

Voci correlate

Il termine esprime movimento o direzione da un punto centrale o dall'interno, oltre a indicare la rimozione da un luogo o posizione appropriati. Deriva dall'inglese antico ut, che significa "fuori, senza, all'esterno," e ha radici nel proto-germanico *ūt- (presente anche in antico norreno, antico frisone, antico sassone, gotico ut, medio olandese uut, olandese uit, antico alto tedesco uz, tedesco aus). Risale alla radice indoeuropea *uidh-, che significa "su, fuori, in alto" e ha dato origine a termini in diverse lingue, come il sanscrito ut ("su, fuori"), uttarah ("più in alto, superiore, più tardi, settentrionale"), l'avestano uz- ("su, fuori"), l'antico irlandese ud- ("fuori"), il latino usque ("fino a, continuamente, senza interruzione"), il greco hysteros ("l'ultimo") e il russo vy- ("fuori").

Il significato di "fino alla fine, completamente, fino alla conclusione" si afferma intorno al 1300. L'accezione di "non più ardente o acceso; nell'oscurità" risale circa al 1400. Riguardo a posizione o situazione, indica "al di fuori di, non all'interno" già all'inizio del XV secolo. L'uso per "portare all'attenzione pubblica" appare negli anni '40 del 1500, mentre quello per "lontano dalla propria residenza" si sviluppa intorno al 1600. Il significato politico di "non in carica, rimosso o espulso da una posizione" emerge anch'esso intorno al 1600. L'espressione "diventare visibile, apparire" (riferita a stelle, ecc.) si diffonde negli anni '10 del 1600. Nel contesto delle comunicazioni radiofoniche, indica che il relatore ha terminato di parlare ed è attestata dal 1950.

Come preposizione, assume il significato di "fuori da; da, lontano da; all'esterno di, oltre; eccetto; privo di, mancante" a partire dalla metà del XIII secolo, derivando dall'avverbio.

Il significato di "da relazioni armoniose a conflitti" (come in fall out) si sviluppa negli anni '20 del 1500. Quello di "fuori dal proprio stato mentale normale" (come in put out) emerge negli anni '80 del 1500; l'espressione out to lunch, che significa "insano di mente," è uno slang studentesco degli anni '50. La frase aggettivale out-of-the-way, che indica "remoto, isolato," è attestata dalla fine del XV secolo. Out-of-towner, che significa "chi non proviene da un certo luogo," appare nel 1911. L'espressione Out of this world, che indica "eccellente," risale al 1938; out of sight, anch'essa per "eccellente, superiore," è documentata dal 1891. L'espressione (verb) it out, che significa "portare a termine," emerge negli anni '80 del 1500. L'espressione from here on out, che significa "d'ora in poi," è attestata dal 1942. Out upon, usata per esprimere orrore o rimprovero, risale all'inizio del XV secolo.

Il termine medio inglese putten deriva dal tardo inglese antico *putian, che significava "spingere, spingere con forza" (qualcuno o qualcosa; un significato oggi obsoleto). Aveva anche il senso di "muovere fisicamente un oggetto per metterlo in una certa posizione," come suggerito da putung, che significa "istigazione, incitamento," letteralmente "un mettere." È correlato a pytan, che significa "mettere fuori, spingere fuori" (dagli occhi). Probabilmente deriva da una radice germanica che ha dato origine anche al danese putte ("mettere"), al dialettale svedese putta; al medio olandese pote ("germoglio, pianta") e all'olandese poten ("piantare"), fino all'antico norreno pota ("pungere").

La forma passata obsoleta putted è attestata tra il XIV e il XV secolo. A partire dal 1300, il verbo assume il significato di "lanciare, scagliare, proiettare," in particolare "gettare con un movimento ascendente e in avanti del braccio" (il nome Will. Putstan è documentato dal 1296). Dalla metà del XIV secolo, viene usato anche in senso figurato per indicare "portare (qualcuno) in un determinato stato o condizione." Verso la fine del XIV secolo, si evolve nel significato di "sottoporre (qualcuno a qualcosa)," come in put to death ("condannare a morte"), attestato intorno al 1400, e put to shame ("mettere alla vergogna"), documentato a metà del XV secolo. Dalla metà del XIV secolo, assume anche il significato di "fare una dichiarazione, esprimere verbalmente o per iscritto," da cui deriva il senso di "esprimere o dichiarare (in un certo modo)," attestato negli anni '90 del '600, e anche "proporre o presentare a qualcuno per considerazione."

Il phrasal verb put (something) back compare negli anni '30 del '500 con il significato di "ostacolare, ritardare," mentre nel 1816 assume il senso di "ripristinare la posizione o il luogo originale." Il phrasal verb put (something) down, che significa "sopprimere con la forza o l'autorità" (una ribellione, ecc.), è attestato dalla metà del XIV secolo. L'espressione put upon (qualcuno), che significa "fare uno scherzo, imporre qualcosa," risale agli anni '90 del '600. L'espressione put up with, che significa "tollerare, accettare, sopportare senza protestare o risentirsi" (1755), potrebbe derivare da put up ("prendere in affitto," ecc.), attestata nel 1727. L'espressione put (someone) on, che significa "ingannare," è attestata dal 1958. Infine, l'espressione put upon (qualcuno), che significa "fare uno scherzo, ingannare, imporre qualcosa," risale agli anni '90 del '600.

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    Tendenze di " put-out "

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of put-out

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