Etimologia e Storia di snide

Nel 1859, nel gergo dei ladri, il termine indicava "falsificazione, inganno, qualità scadente o fraudolenta," e la sua origine è sconosciuta. Il Century Dictionary suggerisce che potrebbe essere una variante dialettale di snithe, un aggettivo dialettale che significa "affilato, tagliente," usato per descrivere il vento, derivante dal verbo medio inglese snithen che significa "tagliare," e dall'inglese antico snithan, imparentato con il tedesco schneiden.

Nei suoi primi usi, sembra fosse più comunemente applicato alle monete false. Farmer e Henley, nel loro lavoro Slang and Its Analogues del 1903, lo definiscono "cattivo, miserabile, spregevole, o (in ambito militare) sporco." Riferito alle persone, indicava chi era "caratterizzato da astuzia e pratiche disoneste," un significato attestato già nel 1874 (Hotten). L'accezione di "sorriso beffardo" emerge nel 1928, forse derivata dal precedente significato sostantivato di "ipocrisia, pettegolezzo maligno" (1902). Correlati: Snidely; snideness.

The tradition that a first-rate man is less a first-rate man if, encountering a snide detraction of himself that has no respect for the facts, he makes a critical riposte, strikes me as being just about as silly as anything I have run across during many years spent in this silly world. I speak, of course and obviously enough, not of snide criticism written by essentially snide men, but of the species of snide criticism that is every once in a while written by men who should know better. [George Jean Nathan, "Clinical Notes," The American Mercury, June 1928]

La tradizione secondo cui un uomo di valore sarebbe meno tale se, di fronte a una critica beffarda nei suoi confronti che non rispetta i fatti, decidesse di rispondere in modo critico, mi sembra una delle cose più assurde che abbia incontrato in molti anni trascorsi in questo mondo strano. Parlo, ovviamente, non della critica beffarda scritta da uomini intrinsecamente beffardi, ma di quel tipo di critica beffarda che ogni tanto viene scritta da chi dovrebbe saperne di più. [George Jean Nathan, "Clinical Notes," The American Mercury, giugno 1928]