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Significato di candle-waster

dissipatore; persona che spreca risorse; chi svolge occupazioni ritenute inutili

Etimologia e Storia di candle-waster

candle-waster(n.)

"colui che spreca candele," in particolare una parola dispregiativa per chi si dedica a occupazioni ritenute poco redditizie o dannose, anni '90 del 1500, derivata da candle + sostantivo agente da waste (v.).

A whoreson book-worm, a candle-waster. [Ben Jonson, "Cynthia's Revels"]
Un figlio di puttana, un topo di biblioteca, uno spreca-candele. [Ben Jonson, "Cynthia's Revels"]

Voci correlate

"Corpo cilindrico di sego, cera, ecc., formato su uno stoppino e usato come fonte di luce artificiale," dall'inglese antico candel "lampada, lanterna, candela," un prestito ecclesiastico precoce dal latino candela "una luce, torcia, candela fatta di sego o cera," derivato da candere "brillare" (dalla radice proto-indoeuropea *kand- "brillare").

La parola latina è anche all'origine del francese chandelle, spagnolo candela, irlandese coinneal, gallese canwyll, russo kandilo, arabo qandil, ecc. Le candele erano sconosciute nell'antica Grecia (dove le lampade ad olio erano sufficienti), ma comuni fin dai tempi antichi tra romani ed etruschi. Le candele sui torte di compleanno sembrano essere state originariamente un'usanza tedesca.

Hold a candle to significava originariamente "aiutare in una capacità subordinata," forse dall'idea di un assistente o apprendista che tiene una candela per illuminare mentre il maestro lavora, o dalle candele devozionali portate nelle cerimonie religiose (confronta con l'inglese antico taporberend "accolito," letteralmente "portatore di candele"). Burn the candle at both ends "consumare o sprecare prodigiosamente" è attestato dal 1730.

Intorno al 1200, wasten, che significa "devastare, ridurre in miseria, rovinare," deriva dall'anglo-francese e dal vecchio francese waster, che si traduce come "sprecare, dissipare, rovinare" (in francese antico gaster; in francese moderno gâter). Questa parola è stata modificata, probabilmente sotto l'influenza del franco *wostjan, a partire dal latino vastare, che significa "devastare," e che a sua volta proviene da vastus, ossia "vuoto, desolato." Secondo Watkins, si ritiene che derivi da una forma suffissata della radice proto-indoeuropea *eue-, che significa "lasciare, abbandonare, esaurire." Parole correlate includono wasted e wasting.

Il termine germanico esisteva anche nel vecchio inglese come westan, che significa "devastare, ridurre in miseria." Anche lo spagnolo gastar e l'italiano guastare derivano da radici germaniche.

Il significato intransitivo di "perdere forza o salute; languire; indebolirsi o essere consumato gradualmente" è attestato a partire dal 1300 circa. L'accezione di "sperperare, spendere o consumare inutilmente, esaurire senza un adeguato ritorno" è documentata dalla metà del XIV secolo, mentre il significato colloquiale di "uccidere" risale al 1964.

Espressioni come waste time, che significa "agire senza uno scopo," sono in uso dalla metà del XIV secolo. Il proverbio Waste not, want not è attestato dal 1778.

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