"La parola con cui una persona o una cosa è designata," dall'inglese antico nama, noma "nome, reputazione," derivante dal proto-germanico *naman- (che ha dato origine anche all'antico sassone namo, all'antico frisone nama, all'antico alto tedesco namo, al tedesco Name, al medio olandese name, all'olandese naam, all'antico norreno nafn, e al gotico namo "nome"), dalla radice indoeuropea *no-men- "nome."
Il significato di "persona famosa" risale agli anni 1610 (man of name "uomo di distinzione" è attestato intorno al 1400). L'idea di "reputazione, ciò che comunemente si dice di una persona" appare intorno al 1300. Come modificatore per indicare "ben noto," è documentato dal 1938.
In the name of "per conto di, per autorità di," usato in invocazioni e simili, risale alla fine del XIV secolo. Name-day "il giorno sacro al santo il cui nome porta una persona" è attestato dal 1721. Name brand "prodotto realizzato da un'azienda rinomata" risale al 1944. Name-dropper "persona che cerca di impressionare gli altri citando persone famose in modo familiare" è documentato dal 1947. Name-child, un bambino chiamato in onore di un altro, è attestato dal 1830. L'espressione name of the game "la cosa essenziale o la qualità principale" risale al 1966; mentre have one's name in lights "essere un artista famoso" è attestato dal 1908.
"I don't realize yet how fortunate I am. It seems that I have been dreaming. When I see my name in lights in front of the theatre, I think, 'No. It isn't I.' " [Billie Burke interview in "The Theatre Magazine," Nov. 1908]
"Non mi rendo ancora conto di quanto sia fortunata. Sembra che stia sognando. Quando vedo il mio nome illuminato davanti al teatro, penso: 'No. Non sono io.'" [Intervista a Billie Burke in "The Theatre Magazine," novembre 1908]