Intorno al 1300, fairie indicava "il paese o la dimora di creature soprannaturali o leggendarie; il regno delle fate," ma anche "qualcosa di incredibile o fittizio." Derivava dal francese antico faerie, che significava "terra delle fate, incontro di fate; incanto, magia, stregoneria, stregoneria" (XII secolo). La radice di fae è il latino fata, che significa "le Parche," plurale di fatum, "ciò che è predestinato; destino, sorte." Questa radice si collega all'idea di "parlare, raccontare, dire," presente nella radice indoeuropea *bha- (2). Si può anche confrontare con fate (sostantivo) e fay.
In ordinary use an elf differs from a fairy only in generally seeming young, and being more often mischievous. [Century Dictionary]
Nella lingua comune, un elf si distingue da un fairy principalmente per l'apparente giovinezza e la tendenza a essere più dispettoso. [Century Dictionary]
Ma tutto ciò è cambiato con Tolkien. A partire dalla fine del XIV secolo, il termine ha iniziato a riferirsi a un tipo di essere soprannaturale [in contrapposizione a Tolkien; ad esempio, "Questo fa sì che non ci siano fate" nel "Racconto della moglie di Bath"], forse attraverso forme intermedie come fairie knight, "cavaliere soprannaturale o leggendario" (circa 1300), come in Spenser, dove le fate sono eroiche e di dimensioni umane. Nelle storie per bambini del XVII secolo, il termine è diventato il nome per le minuscole creature alate.
Yet I suspect that this flower-and-butterfly minuteness was also a product of "rationalization," which transformed the glamour of Elfland into mere finesse, and invisibility into a fragility that could hide in a cowslip or shrink behind a blade of grass. It seems to become fashionable soon after the great voyages had begun to make the world seem too narrow to hold both men and elves; when the magic land of Hy Breasail in the West had become the mere Brazils, the land of red-dye-wood. [J.R.R. Tolkien, "On Fairy-Stories," 1947]
Tuttavia, sospetto che questa rappresentazione di fate come minuscole creature simili a fiori e farfalle sia stata il risultato di una "razionalizzazione," che ha trasformato il fascino dell'Elfland in una semplice delicatezza e l'invisibilità in una fragilità capace di nascondersi in un primula o di rimpicciolirsi dietro un filo d'erba. Sembra essere diventata di moda poco dopo che i grandi viaggi hanno cominciato a far sembrare il mondo troppo stretto per contenere sia uomini che elfi; quando la terra magica di Hy Breasail a Ovest era diventata i semplici Brasile, la terra del legno rosso. [J.R.R. Tolkien, "On Fairy-Stories," 1947]
Da qui, l'uso figurato dell'aggettivo per descrivere leggerezza, finezza e delicatezza. Il significato slang di "omosessuale maschile effeminato" è attestato dal 1895. Fairy ring, riferito a certi funghi nei prati (come spiegheremmo ora), risale agli anni '90 del '500. Fairy godmother è attestato dal 1820. Gli echinodermi fossili del Cretaceo trovati nelle colline inglesi venivano chiamati fairy loaves, e un libro del 1787 riporta che i "contadini" in Inghilterra chiamavano le pietre delle antiche strade romane fairy pavements.