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Significato di prosaic

ordinario; comune; privo di immaginazione poetica

Etimologia e Storia di prosaic

prosaic(adj.)

Nella metà del 1650, il termine si riferiva a qualcosa legato alla prosa, un significato oggi obsoleto. Deriva dal francese prosaique (XV secolo) e dal latino medievale prosaicus, che significa "in prosa" (XVI secolo). Quest'ultimo a sua volta proviene dal latino prosa, che significa "prosa" (vedi prose). L'accezione di "avere il carattere della prosa, in contrapposizione alla poesia" risale al 1746. Nel 1813 si è poi sviluppato il significato più ampio di "ordinario, comune nello stile o nell'espressione, privo di immaginazione poetica o bellezza". Entrambi i significati derivano dal francese. Termini correlati includono Prosaical e prosaically.

Voci correlate

Intorno al 1300, il termine indicava "storia, narrazione," derivando dall'antico francese prose (XIII secolo) e direttamente dal latino prosa, abbreviazione di prosa oratio, che significa "discorso diretto o semplice" (privo degli ornamenti della poesia). Questo a sua volta proveniva da prosa, forma femminile di prosus, in precedenza prorsus, che significa "diretto, schietto." Le radici affondano nell'antico latino provorsus, che si traduce come "(in movimento) dritto davanti a sé," composto da pro, che significa "in avanti" (derivato dalla radice indoeuropea *per- (1), che indica "avanti") e vorsus, participio passato di vertere, che significa "girare" (dalla radice indoeuropea *wer- (2), che significa "girare, piegare").

Il significato di "scrittura in prosa; non poesia" (in contrapposizione alla poesia o alla composizione metrica) e "linguaggio scritto o parlato comune" si afferma a metà del XIV secolo.

"Good prose, to say nothing of the original thoughts it conveys, may be infinitely varied in modulation. It is only an extension of metres, an amplification of harmonies, of which even the best and most varied poetry admits but few." [Walter Savage Landor, "Imaginary Conversations"]
"Una buona prosa, per non parlare delle idee originali che esprime, può essere infinitamente varia nella sua modulazione. Non è altro che un'estensione dei metri, un'amplificazione delle armonie, delle quali anche la poesia migliore e più varia ammette solo poche." [Walter Savage Landor, "Imaginary Conversations"]

Il senso di "espressione banale o comune" emerge negli anni '80 del Seicento, evolvendosi dall'interpretazione precedente di "espressione semplice" (anni '50 del Seicento). Come aggettivo, per indicare "relativo alla prosa o composto da essa," si afferma nel 1711. Il termine Prose-writer è attestato a partire dagli anni '10 del Seicento. Coloro che lamentano l'assenza di un sostantivo inglese univoco per indicare un autore di prosa, simile a poet, potrebbero considerare prosaist (1776), proser (anni '20 del Seicento) o il francese prosateur (1880). Tuttavia, i primi due termini, nel loro tempo, acquisirono anche in inglese il significato secondario di "scrittore noioso."

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of prosaic

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