Alla fine del XIV secolo, il termine si riferiva a qualcosa che "non è vuoto o cavo, è indurito"; per figure o corpi, indicava "che ha tre dimensioni". Derivava dal francese antico solide, che significava "fermo, denso, compatto", e risaliva al latino solidus, che tradotto significava "fermo, intero, indiviso, completo". In senso figurato, il termine latino poteva anche indicare qualcosa di "solido, affidabile, genuino", provenendo da una forma suffissata della radice ricostruita del proto-indoeuropeo *sol-, che significava "intero".
Il significato di "fermo, duro, compatto" si affermò negli anni '30 del Cinquecento. Quando si parlava di argomenti, ad esempio, il termine indicava qualcosa di "sostanziale" (in contrapposizione a frivolous o flimsy). L'idea di "interamente fatto dello stesso materiale" emerse nel 1710. Per descrivere qualità, a partire dal 1600 si usava per indicare qualcosa di "ben consolidato, considerevole". Nel contesto alimentare, il termine si diffuse intorno al 1700.
Come semplice intensificatore, per esprimere "completamente, decisamente", il termine si affermò nel linguaggio colloquiale entro il 1830. Nel gergo musicale, in particolare tra i musicisti jazz, il significato di "meraviglioso, straordinario" è attestato già nel 1920.
Utilizzato come avverbio, per indicare "solidamente, completamente", comparve negli anni '50 del Seicento. Solid South, un'espressione della storia politica degli Stati Uniti, è documentata dal 1858 e si riferisce all'idea di unanimità nel voto. L'uso di solid in questo contesto (in riferimento a New York) risale al 1855. Il termine Solid state, usato in fisica, è registrato dal 1953; il significato specifico di "utilizzando circuiti stampati e transistor solidi" (in contrapposizione a fili e tubi a vuoto) è attestato dal 1959.