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Significato di fable-monger

inventore di favole; narratore di storie; diffusore di leggende

Etimologia e Storia di fable-monger

fable-monger(n.)

anche fablemonger, "colui che inventa o ripete favole," anni 1670, da fable (sostantivo) + monger (sostantivo).

Voci correlate

Intorno al 1300, il termine indicava "falsità, racconto fittizio; una bugia, una finzione." Derivava dal francese antico fable, che significava "storia, favola, racconto; dramma, opera di fantasia; menzogna, falsità" (XII secolo), e a sua volta proveniva dal latino fabula, che si traduceva in "storia, racconto con una morale, narrazione, resoconto; chiacchiericcio comune, notizie." Letteralmente, significava "ciò che viene raccontato," e derivava dal verbo fari, che significa "parlare, raccontare," radicandosi nella radice indoeuropea *bha- (2), che esprimeva l'idea di "parlare, raccontare, dire."

Il significato più ristretto di "storia di animali" (inizio XIV secolo) è emerso grazie alla popolarità delle favole di Esopo. Nel linguaggio moderno del folklore, una favola è definita come "un racconto breve e comico che trasmette una lezione morale sulla natura umana, di solito attraverso personaggi animali che si comportano come esseri umani," secondo l'Oxford Dictionary of English Folklore.

The fable which is naturally and truly composed, so as to satisfy the imagination, ere it addresses the understanding, beautiful though strange as a wild-flower, is to the wise man an apothegm, and admits of his most generous interpretation. When we read that Bacchus made the Tyrrhenian mariners mad, so that they leapt into the sea, mistaking it for a meadow full of flowers, and so became dolphins, we are not concerned about the historical truth of this, but rather a higher poetical truth. We seem to hear the music of a thought, and care not If the understanding be not gratified. [Thoreau, "A Week on the Concord and Merrimack Rivers"]
La favola, composta in modo naturale e autentico, capace di soddisfare l'immaginazione prima di rivolgerti alla ragione, bella eppure strana come un fiore selvatico, è per l'uomo saggio un aforisma, e si presta alla sua interpretazione più generosa. Quando leggiamo che Bacco fece impazzire i marinai tirrenici, tanto che saltarono in mare scambiandolo per un prato pieno di fiori e così divennero delfini, non ci preoccupa la verità storica di questo, ma piuttosto una verità poetica superiore. Ci sembra di udire la musica di un pensiero, e non ci importa se la ragione non ne sia soddisfatta. [Thoreau, "A Week on the Concord and Merrimack Rivers"]

In antico inglese, mangere significava "mercante, commerciante, intermediario," ed era un sostantivo agente derivato da mangian, che significa "traffico, commercio." Questo a sua volta proveniva dal proto-germanico *mangojan, che ha dato origine anche all'antico sassone mangon e all'antico norreno mangari, entrambi significanti "commerciante" o "venditore ambulante." L'origine latina è mango (genitivo mangonis), che si traduce come "venditore, commerciante, schiavista," e che è collegato a mangonium, il quale significa "esposizione di merci."

Non si trova nei dizionari di Watkins o de Vaan, ma Buck (assieme a Tucker) lo descrive come "colui che abbellisce le sue merci per farle sembrare di maggior valore." Secondo lui, è probabilmente un prestito linguistico basato sul greco manganon, che significa "mezzo per incantare o stregare."

In inglese è stato usato in combinazioni almeno dal XII secolo (fishmonger, cheesemonger, ecc.) e, dal XVI secolo, ha assunto principalmente connotazioni di meschinità e disonestà (per esempio, ballad-monger "poeta di scarso valore," anni '90 del '500; scandal-monger).

It is a curious instance of the degradation through which words go, that what was in the Saxon period the designation for the most elevated description of merchant, mangere, is now only a term for small dealers, and principally in petty wares, monger. [Thomas Wright, "Anglo-Saxon and Old English Vocabularies," 1884]
È un curioso esempio della degradazione che subiscono le parole: ciò che nell'epoca sassone era il termine per descrivere il mercante più elevato, mangere, è ora solo un termine per piccoli commercianti, e principalmente nel commercio di beni di poco valore, monger. [Thomas Wright, "Anglo-Saxon and Old English Vocabularies," 1884]
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