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Significato di fable

favola; racconto con una morale; narrazione inventata

Etimologia e Storia di fable

fable(n.)

Intorno al 1300, il termine indicava "falsità, racconto fittizio; una bugia, una finzione." Derivava dal francese antico fable, che significava "storia, favola, racconto; dramma, opera di fantasia; menzogna, falsità" (XII secolo), e a sua volta proveniva dal latino fabula, che si traduceva in "storia, racconto con una morale, narrazione, resoconto; chiacchiericcio comune, notizie." Letteralmente, significava "ciò che viene raccontato," e derivava dal verbo fari, che significa "parlare, raccontare," radicandosi nella radice indoeuropea *bha- (2), che esprimeva l'idea di "parlare, raccontare, dire."

Il significato più ristretto di "storia di animali" (inizio XIV secolo) è emerso grazie alla popolarità delle favole di Esopo. Nel linguaggio moderno del folklore, una favola è definita come "un racconto breve e comico che trasmette una lezione morale sulla natura umana, di solito attraverso personaggi animali che si comportano come esseri umani," secondo l'Oxford Dictionary of English Folklore.

The fable which is naturally and truly composed, so as to satisfy the imagination, ere it addresses the understanding, beautiful though strange as a wild-flower, is to the wise man an apothegm, and admits of his most generous interpretation. When we read that Bacchus made the Tyrrhenian mariners mad, so that they leapt into the sea, mistaking it for a meadow full of flowers, and so became dolphins, we are not concerned about the historical truth of this, but rather a higher poetical truth. We seem to hear the music of a thought, and care not If the understanding be not gratified. [Thoreau, "A Week on the Concord and Merrimack Rivers"]
La favola, composta in modo naturale e autentico, capace di soddisfare l'immaginazione prima di rivolgerti alla ragione, bella eppure strana come un fiore selvatico, è per l'uomo saggio un aforisma, e si presta alla sua interpretazione più generosa. Quando leggiamo che Bacco fece impazzire i marinai tirrenici, tanto che saltarono in mare scambiandolo per un prato pieno di fiori e così divennero delfini, non ci preoccupa la verità storica di questo, ma piuttosto una verità poetica superiore. Ci sembra di udire la musica di un pensiero, e non ci importa se la ragione non ne sia soddisfatta. [Thoreau, "A Week on the Concord and Merrimack Rivers"]

Voci correlate

Verso la fine del XIII secolo, il termine curreier in anglo-francese significava "spazzolare un cavallo," derivando dal francese antico correier, che si traduceva in "mettere in ordine, preparare, spazzolare." Questo a sua volta proveniva da con-, un prefisso intensivo (vedi com-), e reier, che significava "disporre," con origini germaniche (vedi ready). I termini correlati includono Curried e currying.

Il modo di dire curry favor, che significa "lusingare, cercare di ottenere favori con una mostra eccessiva di cortesia o gentilezza," è un'alterazione popolare del XVI secolo, derivante da curry favel (circa 1400) in francese antico, correier fauvel, che si traduceva in "essere falso, ipocrita," letteralmente "spazzolare il cavallo sauro." Nei racconti allegorici medievali, i cavalli sauro erano simboli di astuzia e inganno. Un confronto interessante si può fare con il tedesco den falben (hengst) streichen, che significa "lusingare, adulare," letteralmente "accarezzare il cavallo grigio."

Il termine francese antico fauvel (che in seguito divenne fauveau) significava "sabbioso, grigio," anche se il colore esatto a cui si riferiva nelle prime usanze è piuttosto vago. Era un diminutivo di fauve, che indicava "cavallo color fawn, cosa scura, opaca," per ulteriori dettagli vedi Fauvist. Qui, il significato secondario si intreccia con il termine simile in francese antico favele, che significava "menzogna, inganno," derivando dal latino fabella, un diminutivo di fabula (vedi fable (n.)). Nella lingua medio-inglese, favel era un nome comune per un cavallo, mentre l'identico favel o fauvel (proveniente dal francese antico favele) indicava "lusinga, insincerità; doppiezza, astuzia, intrigo," ed era il nome di un personaggio in "Piers Plowman."

Intorno al 1600, il termine "favoloso" viene usato come aggettivo al participio passato per descrivere qualcosa di "irreale, inventato." Deriva dal verbo fable (v.), che significa "raccontare storie" e risale alla fine del XIV secolo. Questo verbo proviene dal francese antico fabler, che significa "raccontare, narrare; chiacchierare, vantarsi," e ha radici latine nel termine fabulari, che a sua volta deriva da fabula (vedi fable). L'accezione di "celebre nella favola" compare nel 1706.

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Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of fable

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