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Significato di i.e.

cioè; ossia

Etimologia e Storia di i.e.

i.e.

Abbreviazione del latino id est, che significa letteralmente "cioè;" usata in inglese nel senso di "vale a dire." Il latino id significa "esso" ed è derivato dalla radice pronominale ricostruita del PIE *i- (vedi yon). Per est, vedi is.

i.e. means that is to say, & introduces another way (more comprehensible to the hearer, driving home the speaker's point better, or otherwise preferable) of putting what has been already said; it does not introduce an example, & when substituted for e.g. in that function ... is a blunder. [Fowler]
i.e. significa "cioè," e introduce un altro modo (più comprensibile per l'ascoltatore, che sottolinea meglio il punto del parlante, o altrimenti preferibile) di esprimere ciò che è già stato detto; non introduce un esempio, e quando viene sostituito da e.g. in quella funzione ... è un errore. [Fowler]

Voci correlate

La terza persona singolare del presente indicativo di be, in antico inglese is, deriva dalla radice germanica *es- (che ha dato origine anche all'alto tedesco antico, tedesco, gotico ist, e all'antico norreno es, er). Questa radice proviene dal protoindoeuropeo *es-ti-, che ha generato forme simili in sanscrito asti, greco esti, latino est, lituano esti e slavo ecclesiastico jesti. In sostanza, si tratta della forma di terza persona singolare della radice *es-, che significa "essere". In antico inglese si è perso il finale -t-.

Fino al 1500, la pronuncia era simile a quella di kiss. L'uso dialettale per tutte le persone (ad esempio, I is) è presente nelle opere di Chaucer. L'espressione it is what it is, che indica un'accettazione rassegnata di una situazione spiacevole ma inevitabile, sulla quale non si può dire nulla di veramente positivo, è attestata a partire dal 2001.

In medio inglese, deriva dall'antico inglese geon, che significa "quello o quelli," usato per indicare oggetti lontani, come "quello (o quelli) laggiù." La sua origine è nel proto-germanico *jaino-, che ha dato vita anche all'antico frisone jen, all'antico norreno enn, all'antico alto tedesco ener, al medio olandese ghens, al tedesco jener e al gotico jains, tutti significanti "quello, tu."

Si ricostruisce che derivi dalla radice pronominale del proto-indoeuropeo *i-, che ha influenzato anche il sanscrito ena- (pronome di terza persona), anena ("quello"); il latino idem ("lo stesso"), id ("esso, quello"); il vecchio slavo ecclesiastico onu ("egli"); e il lituano ans ("egli").

Verso la fine del XIV secolo, il termine ha assunto il significato di "più lontano, più remoto" riferito a un'altra persona. Come avverbio è comparso alla fine del XV secolo, come abbreviazione di yonder.

Il termine latino significa letteralmente "cioè," ed è composto da id, che significa "quello," il neutro di is, derivato dalla radice pronominale ricostruita del Proto-Indoeuropeo *i- (vedi yon). Per est, consulta is. Di solito viene abbreviato in i.e.. "Scrivere, o persino dire, questo per esteso anziché in forma abbreviata è ormai così insolito da sembrare un'affettazione" [Fowler]. Questa espressione introduce un altro modo di esprimere qualcosa che è già stato detto, non un esempio di esso (quello è e.g.).

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of i.e.

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