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Etimologia e Storia di uncross

uncross(v.)

"cambiare da una posizione incrociata," 1590s, da un- (1) "non" + cross (v.). Correlato: Uncrossed; uncrossing.

Voci correlate

Attorno al 1200, il termine significava "fare il segno della croce come atto di devozione," derivando da cross (sostantivo) e in parte dal francese croiser. L'accezione di "attraversare, passare da un lato all'altro, oltrepassare" si sviluppò attorno al 1400, mentre quella di "annullare tracciando una linea sopra o linee incrociate" risale alla metà del 1400.

Dalla fine del 1400, il termine è stato usato per indicare "stare sdraiato in orizzontale; intersecarsi;" e anche "posizionare (due oggetti) in modo incrociato l'uno rispetto all'altro; posare un oggetto sopra un altro." All'inizio del 1500, assunse il significato di "segnare con una croce." L'accezione di "ostacolare, impedire, opporsi" emerse negli anni '50 del 1500. Quella di "tracciare o disegnare una linea trasversale" risale al 1703. Era presente anche nel medio inglese con il significato ora arcaico di "crocifiggere" (metà del 1400), da cui, in senso figurato, il termine crossed "portare una croce di sofferenza o penitenza."

Il significato di "far incrociare" è attestato dal 1754. In telegrafia, elettricità e simili, si riferisce al contatto accidentale di due fili su circuiti diversi o parti diverse di un circuito che consente a parte della corrente di fluire da uno all'altro, ed è documentato dal 1884. L'accezione di "imbrogliare" è attestata nel 1823.

Cross my heart come giuramento risale al 1898. L'espressione cross over usata in modo eufemistico per "morire" è documentata dal 1930. L'espressione cross (someone's) path nel senso di "ostacolare, impedire, opporsi" è attestata dal 1818. Per quanto riguarda idee e simili, l'espressione cross (someone's) mind nel significato di "venire in mente" (riferito a un'idea, ecc.) è documentata dal 1768; l'idea è quella di qualcosa che entra nella mente come se la attraversasse.

Il prefisso di negazione, in antico inglese un-, deriva dal proto-germanico *un- (presente anche nell'antico sassone, antico frisone, antico alto tedesco, tedesco un-, gotico un-, olandese on-), e risale all'indo-europeo *n- (origine di a-, an- in sanscrito "non", a-, an- in greco, an- in antico irlandese, in- in latino), che è la forma combinata della radice *ne- "non".

È il prefisso più prolifico in inglese, usato liberamente e diffusamente nell'antico inglese, dove forma più di 1.000 composti. Contende con il suo omologo derivato dal latino in- (1) il diritto di negare certi termini (indigestable/undigestable, ecc.), e sebbene entrambi possano essere usati insieme per indicare sfumature di significato (unfamous/infamous), di solito non lo sono.

Spesso ha un tono eufemistico (untruth per "una bugia") o enfatico, soprattutto quando suggerisce un'idea di privazione o liberazione: unpeel "sbucciare"; unpick "scassinare (una serratura) con strumenti da ladro"; unloose per "allentare".

Forma anche parole a partire da frasi, come uncalled-for, circa 1600; undreamed-of, anni '30 del 1600. Fuller (1661) usa unbooklearned. Una descrizione di un testamento legale del XV secolo contiene unawaydoable; Ben Jonson scrive un-in-one-breath-utterable. La parola uncome-at-able è attestata negli anni '90 del 1600 in Congreve, ma Samuel Johnson nel XVIII secolo e Fowler nel XX secolo la criticano ("La parola aveva senza dubbio, due o tre secoli fa, un'aria spavalda da 'chi se ne frega dei grammatici'; quella spavalderia è svanita da tempo; non ha scopo che 'inaccessibile' non abbia già...").

Tuttavia, la pratica è continuata; unlawlearned (Bentham, 1810), unlayholdable (1860); unputdownable, riferito a un libro, compare nel 1947; unpindownable, nel 1966. Si può anche confrontare con put-up-able-with (1812). Come prefisso nel telegraphese, per sostituire not e risparmiare il costo di una parola, è attestato dal 1936.

Grazie alla sua versatilità e alla necessità di esprimere negazioni, il numero di parole che possono essere create con un- in inglese è quasi infinito, e il fatto che alcune vengano usate mentre altre rimangano inedite dipende dal capriccio degli autori.

Gli editori di dizionari hanno notato questo fenomeno fin dal XVIII secolo, ma hanno anche ampliato la lista. Il "New and Complete Dictionary of the English Language" di John Ash (1775) presenta molte pagine di voci con un- in un'unica riga; tra una dozzina di voci consecutive ci sono unhaggled, unhaired, unhalooed, unhaltering (aggettivo), unhaltering (sostantivo), che il OED (1989) osserva essere state "ovviamente create per l'occasione" e che compaiono in altri testi solo decenni dopo, se mai. (Ash vindicated.)

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of uncross

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