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Significato di unfortune

sfortuna; cattiva sorte

Etimologia e Storia di unfortune

unfortune(n.)

"misfortune, bad luck" (archetipico), inizio del XV secolo, derivato da un- (1) "non" + fortune (sostantivo).

Voci correlate

Intorno al 1300, il termine fortune inizia a essere usato per indicare "caso, fortuna come forza negli affari umani." Proviene dal francese antico fortune, che significava "destino, buona sorte, sfortuna," e risale al latino fortuna, che indicava "caso, sorte, buona fortuna." La radice latina fors (genitivo fortis) significa anch'essa "caso, fortuna." Alcuni studiosi suggeriscono che possa derivare dalla radice protoindoeuropea *bher- (1), che significa "portare" o "sostenere," e che si ricollegherebbe anche all'idea di "dare alla luce," sebbene, come osserva de Vaan, "il passaggio semantico da 'carico' o 'il portare' a 'caso, fortuna' non sia immediato." Una possibile interpretazione è che fortune indicasse "ciò che viene portato" o "ciò che ci viene dato."

Il significato di "ricchezza posseduta" appare per la prima volta nell'opera di Spenser. Probabilmente si è evoluto da un'idea più ampia di "condizione o posizione nella vita," da cui è derivato il concetto di "stato determinato dalla ricchezza," fino a indicare direttamente "ricchezza" o "grande patrimonio." Spesso la fortuna è stata personificata come una dea, e la sua ruota simboleggia il cambiamento e l'incertezza. L'espressione Soldier of fortune è attestata negli anni '60 del Seicento. Fortune 500, che si riferisce alle "aziende americane più redditizie," compare nel 1955, tratto dalla lista pubblicata annualmente nella rivista "Fortune." Infine, Fortune-hunter, che indica "chi cerca di sposarsi per ricchezza," risale agli anni '80 del Seicento.

Il prefisso di negazione, in antico inglese un-, deriva dal proto-germanico *un- (presente anche nell'antico sassone, antico frisone, antico alto tedesco, tedesco un-, gotico un-, olandese on-), e risale all'indo-europeo *n- (origine di a-, an- in sanscrito "non", a-, an- in greco, an- in antico irlandese, in- in latino), che è la forma combinata della radice *ne- "non".

È il prefisso più prolifico in inglese, usato liberamente e diffusamente nell'antico inglese, dove forma più di 1.000 composti. Contende con il suo omologo derivato dal latino in- (1) il diritto di negare certi termini (indigestable/undigestable, ecc.), e sebbene entrambi possano essere usati insieme per indicare sfumature di significato (unfamous/infamous), di solito non lo sono.

Spesso ha un tono eufemistico (untruth per "una bugia") o enfatico, soprattutto quando suggerisce un'idea di privazione o liberazione: unpeel "sbucciare"; unpick "scassinare (una serratura) con strumenti da ladro"; unloose per "allentare".

Forma anche parole a partire da frasi, come uncalled-for, circa 1600; undreamed-of, anni '30 del 1600. Fuller (1661) usa unbooklearned. Una descrizione di un testamento legale del XV secolo contiene unawaydoable; Ben Jonson scrive un-in-one-breath-utterable. La parola uncome-at-able è attestata negli anni '90 del 1600 in Congreve, ma Samuel Johnson nel XVIII secolo e Fowler nel XX secolo la criticano ("La parola aveva senza dubbio, due o tre secoli fa, un'aria spavalda da 'chi se ne frega dei grammatici'; quella spavalderia è svanita da tempo; non ha scopo che 'inaccessibile' non abbia già...").

Tuttavia, la pratica è continuata; unlawlearned (Bentham, 1810), unlayholdable (1860); unputdownable, riferito a un libro, compare nel 1947; unpindownable, nel 1966. Si può anche confrontare con put-up-able-with (1812). Come prefisso nel telegraphese, per sostituire not e risparmiare il costo di una parola, è attestato dal 1936.

Grazie alla sua versatilità e alla necessità di esprimere negazioni, il numero di parole che possono essere create con un- in inglese è quasi infinito, e il fatto che alcune vengano usate mentre altre rimangano inedite dipende dal capriccio degli autori.

Gli editori di dizionari hanno notato questo fenomeno fin dal XVIII secolo, ma hanno anche ampliato la lista. Il "New and Complete Dictionary of the English Language" di John Ash (1775) presenta molte pagine di voci con un- in un'unica riga; tra una dozzina di voci consecutive ci sono unhaggled, unhaired, unhalooed, unhaltering (aggettivo), unhaltering (sostantivo), che il OED (1989) osserva essere state "ovviamente create per l'occasione" e che compaiono in altri testi solo decenni dopo, se mai. (Ash vindicated.)

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of unfortune

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