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Significato di unheard

non udito; sconosciuto; nuovo

Etimologia e Storia di unheard

unheard(adj.)

All'inizio del XIV secolo, il termine significava "non rilevato dal senso dell'udito" ed era usato come aggettivo derivato dal participio passato di unhear, che significa "non sentire, rifiutarsi di sentire." Questo verbo si forma unendo un- (1), che indica negazione, al participio passato di hear (verbo). La definizione di "sconosciuto, nuovo" è attestata a partire dalla fine del XIV secolo. In inglese antico esisteva già il termine ungehered con questo significato. Di solito, a partire dagli anni '90 del '500, viene utilizzato insieme a of.

Formazioni simili si trovano in altre lingue germaniche, come l'antico norreno oheyrðr, il danese uhørt, il medio olandese ongehoort e l'alto tedesco antico ungehoret.

Voci correlate

In antico inglese, heran (nell’angliano), (ge)hieran, hyran (nel west saxonico) significava "sentire, percepire con l'orecchio, ascoltare, obbedire, seguire; acconsentire a, concedere; giudicare". Questa parola deriva dal proto-germanico *hausejanan, che è all'origine anche del norreno heyra, dell'antico frisone hera, hora, dell'olandese horen, del tedesco hören e del gotico hausjan, tutti con il significato di "sentire". La radice si può far risalire al proto-indoeuropeo *kous-, che significa "udire" ed è alla base anche del greco koein, che vuol dire "marcare, percepire, sentire" (vedi acoustic). Il passaggio da *-s- a -r- è una caratteristica regolare in alcune lingue germaniche. Per quanto riguarda le vocali, consulta head (n.).

La distinzione ortografica tra hear e here si è sviluppata tra il 1200 e il 1550. Il significato "essere informati, apprendere per sentito dire" risale all'inizio del XIV secolo. In antico inglese esisteva anche l'aggettivo hiersum, che significava "pronto ad ascoltare, obbediente", letteralmente "udente", con un suffisso simile a quello di handsome e simili. L'esclamazione Hear, hear! (anni '80 del 1600) era originariamente un imperativo, usato per richiamare l'attenzione sulle parole di un oratore ("hear him!"); oggi è diventata un'espressione di approvazione generale. L'espressione not hear of, che significa "non voler avere nulla a che fare con", è attestata dal 1754.

Antico Inglese of, forma non accentata di æf (prep., avv.) "via, lontano da," dal Proto-Germanico *af (fonte anche del Norreno Antico af, Frisone Antico af, of "di," Olandese af "via, giù," Tedesco ab "via, da, giù"), dalla radice PIE *apo- "via, lontano." Confronta off (prep.).

Il senso primario in Antico Inglese era ancora "via," ma è cambiato nel Medio Inglese con l'uso della parola per tradurre il Latino de, ex, e soprattutto il Francese Antico de, che era diventato il sostituto per il caso genitivo. "Of condivide con un'altra parola della stessa lunghezza, as, la malvagia gloria di essere complice di più crimini contro la grammatica di qualsiasi altra." [Fowler]

Inoltre, dal 1837 of nella stampa poteva essere una rappresentazione non standard o dialettale di have come pronunciato in posizioni non accentate (could of, must of, ecc.)

Il prefisso di negazione, in antico inglese un-, deriva dal proto-germanico *un- (presente anche nell'antico sassone, antico frisone, antico alto tedesco, tedesco un-, gotico un-, olandese on-), e risale all'indo-europeo *n- (origine di a-, an- in sanscrito "non", a-, an- in greco, an- in antico irlandese, in- in latino), che è la forma combinata della radice *ne- "non".

È il prefisso più prolifico in inglese, usato liberamente e diffusamente nell'antico inglese, dove forma più di 1.000 composti. Contende con il suo omologo derivato dal latino in- (1) il diritto di negare certi termini (indigestable/undigestable, ecc.), e sebbene entrambi possano essere usati insieme per indicare sfumature di significato (unfamous/infamous), di solito non lo sono.

Spesso ha un tono eufemistico (untruth per "una bugia") o enfatico, soprattutto quando suggerisce un'idea di privazione o liberazione: unpeel "sbucciare"; unpick "scassinare (una serratura) con strumenti da ladro"; unloose per "allentare".

Forma anche parole a partire da frasi, come uncalled-for, circa 1600; undreamed-of, anni '30 del 1600. Fuller (1661) usa unbooklearned. Una descrizione di un testamento legale del XV secolo contiene unawaydoable; Ben Jonson scrive un-in-one-breath-utterable. La parola uncome-at-able è attestata negli anni '90 del 1600 in Congreve, ma Samuel Johnson nel XVIII secolo e Fowler nel XX secolo la criticano ("La parola aveva senza dubbio, due o tre secoli fa, un'aria spavalda da 'chi se ne frega dei grammatici'; quella spavalderia è svanita da tempo; non ha scopo che 'inaccessibile' non abbia già...").

Tuttavia, la pratica è continuata; unlawlearned (Bentham, 1810), unlayholdable (1860); unputdownable, riferito a un libro, compare nel 1947; unpindownable, nel 1966. Si può anche confrontare con put-up-able-with (1812). Come prefisso nel telegraphese, per sostituire not e risparmiare il costo di una parola, è attestato dal 1936.

Grazie alla sua versatilità e alla necessità di esprimere negazioni, il numero di parole che possono essere create con un- in inglese è quasi infinito, e il fatto che alcune vengano usate mentre altre rimangano inedite dipende dal capriccio degli autori.

Gli editori di dizionari hanno notato questo fenomeno fin dal XVIII secolo, ma hanno anche ampliato la lista. Il "New and Complete Dictionary of the English Language" di John Ash (1775) presenta molte pagine di voci con un- in un'unica riga; tra una dozzina di voci consecutive ci sono unhaggled, unhaired, unhalooed, unhaltering (aggettivo), unhaltering (sostantivo), che il OED (1989) osserva essere state "ovviamente create per l'occasione" e che compaiono in altri testi solo decenni dopo, se mai. (Ash vindicated.)

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of unheard

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