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Significato di half-hour

mezzo'ora; periodo di trenta minuti

Etimologia e Storia di half-hour

half-hour(n.)

"periodo di trenta minuti," inizio del XV secolo, derivato da half + hour. Correlato: Half-hourly.

Voci correlate

In antico inglese half, halb (merciano), healf (sassone occidentale) significava "lato, parte," non necessariamente di divisione uguale (il significato originale è preservato in behalf). Derivava dal proto-germanico *halba-, che indicava "qualcosa di diviso" (da cui anche l'antico sassone halba, l'antico norreno halfr, l'antico frisone, il medio olandese half, il tedesco halb, e il gotico halbs, tutti significanti "metà"). L'etimologia precisa di questa parola non è certa. Potrebbe derivare dalla radice indoeuropea *skel- (1), che significa "tagliare," oppure potrebbe essere un termine di substrato. In antico inglese, half fungeva sia da sostantivo che da aggettivo e avverbio.

Veniva usato anche in espressioni antiche, simile all'uso moderno in tedesco, per indicare "un'unità e mezza in meno di," come in þridda healf che significa "due e mezzo," letteralmente "metà terzo." Questa costruzione, come in two and a half e simili, appare per la prima volta intorno al 1200. Riguardo al tempo, in espressioni come half past ten e simili, è attestata per la prima volta nel 1750. In scozzese, il half viene spesso prefisso all'ora successiva (come in tedesco, halb elf = "dieci e trenta").

Il modo di dire go off half-cocked nel senso figurato di "parlare o agire troppo in fretta" (1833) allude a armi da fuoco che sparano prematuramente. half-cocked, nel senso letterale di "con il cane alzato al primo scatto, posizione in cui il grilletto non funziona," è attestato dal 1750. Nel 1770 era già usato come sinonimo di "ubriaco." Bartlett, nel suo "Dictionary of Americanisms" del 1848, scrive che era "un'espressione metaforica presa in prestito dal linguaggio dei cacciatori, applicata a chi tenta di fare qualcosa in fretta senza la dovuta preparazione, e di conseguenza fallisce."

Attorno al 1200, il termine indicava "l'ufficio divino prescritto per ciascuna delle sette ore canoniche; il servizio quotidiano nelle ore canoniche." Circa 1300, assunse il significato di "momento della giornata stabilito per la preghiera, una delle sette ore canoniche." Deriva dall'antico francese ore, hore, che significa "ora canonica; un dodicesimo di giorno" (dal sorgere al tramonto del sole), e risale al latino hora, che significa "un'ora." Poetico, il termine poteva anche riferirsi a "periodo dell'anno, stagione," e proviene dal greco hōra, usato per indicare qualsiasi intervallo di tempo limitato all'interno di un anno, mese o giorno (dalla radice proto-indoeuropea *yor-a-, derivante da *yer-, che significa "anno, stagione;" vedi year).

Il significato legato alla Chiesa è il più antico in inglese. La definizione "uno dei 24 parti uguali di un giorno solare naturale (il tempo che intercorre tra un'alba e la successiva), ora uguale; momento definito del giorno o della notte calcolato in ore uguali," così come quella di "una delle 12 parti uguali di un giorno artificiale (dall'alba al tramonto) o di una notte, variabile in durata a seconda della stagione; momento definito del giorno o della notte calcolato in ore disuguali" risalgono alla fine del XIV secolo.

Nel Medioevo si credeva che i pianeti governassero le ore disuguali. Fino al XVI secolo, in inglese si faceva talvolta distinzione tra temporary (ore disuguali) e sidereal (ore uguali). Il significato "momento di un avvenimento particolare; il tempo dedicato a una determinata attività" (come in hour of death) appare a metà del XIV secolo.

La h- è rimasta in questa parola nonostante non venga più pronunciata dai tempi romani. Ha sostituito l'antico inglese tid, che significa letteralmente "tempo" (vedi tide (n.)) e stund, che indicava "periodo di tempo, punto nel tempo, ora," derivato dal proto-germanico *stundo (confronta il tedesco Stunde, che significa "ora"), la cui origine è incerta. Anche il tedesco Uhr deriva dal francese.

Il greco hora poteva significare "una stagione; 'la stagione' (primavera o estate)." In epoca classica, talvolta indicava "una parte del giorno," come mattina, sera, mezzogiorno, notte. Gli astronomi greci sembrano aver preso in prestito l'idea di suddividere il giorno in dodici parti (menzionata da Erodoto) dai Babilonesi. La notte continuava a essere divisa in quattro veglie (vedi watch (n.)); ma poiché la quantità di luce diurna variava nel corso dell'anno, le ore non erano fisse né di lunghezza uguale.

Come misura di distanza ("la distanza che può essere percorsa in un'ora") è attestato dal 1785. At all hours ("in qualsiasi momento") risale all'inizio del XV secolo. Per small hours (quelle con numeri bassi) vedi wee (adj.).

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