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Significato di outside

esterno; superficie esterna; mondo esterno

Etimologia e Storia di outside

outside(n.)

Attorno al 1500, il termine indicava "lato esterno, la parte o superficie esterna di un oggetto," formato da out- + side (sostantivo). Il significato di "la parte o il luogo che si trova al di fuori di un recinto o barriera" risale agli anni 1610. In regioni isolate del mondo, tende a riferirsi a "il mondo della civiltà e della colonizzazione" (1827); nel gergo carcerario (e militare), significa "il mondo al di fuori della prigione (o dell'esercito)," attestato nel 1903.

L'aggettivo è documentato dagli anni 1630, con il significato di "essere all'esterno; sulla superficie o al confine esterno;" usato per indicare "situato o operante al di fuori (della casa, del sistema, ecc.)" dal 1841; e per "non direttamente coinvolto o interessato" dal 1881. Come avverbio compare nel 1813 con il significato di "all'esterno, sulla o verso l'esterno;" come preposizione dal 1826. L'espressione colloquiale outside of per "eccetto" è attestata dal 1859. Outside chance, che significa "possibilità molto improbabile," risale al 1845, originariamente nel contesto delle corse di cavalli (vedi outsider).

Voci correlate

Nel 1800, il termine indicava "una persona che si trova all'esterno" di un confine, barriera, ecc., derivando da outside. Il significato figurato di "una persona isolata dalla società convenzionale" è attestato dal 1907. L'accezione di "un cavallo da corsa non incluso tra i favoriti" risale al 1836; da qui outside chance (1909).

In antico inglese, side significava "fianchi di una persona, la parte lunga o l'aspetto di qualsiasi cosa." Deriva dal proto-germanico *sīdō, che è anche l'origine di parole come l'antico sassone sida, l'antico norreno siða (che significano "fianco; lato (di carne); costa"), il danese side, lo svedese sida, il medio olandese side, l'olandese zidje, l'antico alto tedesco sita e il tedesco moderno Seite. Questo termine deriva dall'aggettivo *sithas, che significava "lungo" (da cui l'antico inglese sid, "lungo, ampio, spazioso," e l'antico norreno siðr, "lungo, che pende"). La radice indoeuropea è *se-, che significa "lungo; tardi" (vedi soiree).

Il significato di "parte lunga di qualsiasi cosa" è ancora presente in hillside. Era usato anche nel 16°-17° secolo per side-coat, che indicava un "cappotto lungo." A partire dal 14° secolo, ha assunto il significato di "metà laterale del corpo di un animale macellato." Riferendosi al bacon, indica la posizione rispetto alle costole. Il senso di "regione, distretto" risale circa al 1400, come in South Side e countryside.

Il significato figurato di "posizione o atteggiamento di una persona o di un gruppo in relazione a un'altra" (come in choose sides e side of the story) è attestato già nella metà del 13° secolo. Quello di "aspetto" di qualcosa di immateriale (the bright side, ecc.) compare nella metà del 15° secolo.

Il significato di "una delle parti in una transazione" è documentato dalla fine del 14° secolo. Quello di "una delle squadre in una competizione sportiva" risale agli anni '90 del 1600. L'idea di "musica su un lato di un disco fonografico" è attestata nel 1936. Come abbreviazione di side-dish, compare nel 1848.

La frase side by side, che significa "vicini e affiancati, posti con i lati vicini," è registrata già intorno al 1200. L'espressione colloquiale on the side, che significa "in aggiunta," soprattutto "non riconosciuto," con connotazioni di "illegittimo, losco," è attestata nel 1893.

In antico inglese, era un prefisso comune per nomi, aggettivi, avverbi e verbi, con significati come "fuori, verso l'esterno, esterno; avanti, lontano," derivato da out (avv.). Questo uso era ancora più diffuso nel medio inglese e si estendeva anche a sensi come "esterno, all'esterno, da fuori, esterno, esternamente; separato; molto, estremamente; completamente, fino alla fine." Altri significati di out che si sono evoluti nel suo uso come prefisso includono "oltre la superficie o i limiti; al massimo grado; fino a una risoluzione esplicita."

In composition out has either its ordinary adverbial sense, as in outcast, outcome, outlook, etc., or a prepositional force, as in outdoors, or forms transitive verbs denoting a going beyond or surpassing of the object of the verb, in doing the act expressed by the word to which it is prefixed, as in outrun, outshine, outvenom, etc. In the last use especially out may be used with almost any noun or verb. [Century Dictionary]
Nel comporre parole, out mantiene o il suo significato avverbiale comune, come in outcast, outcome, outlook, ecc., oppure assume una forza preposizionale, come in outdoors, o forma verbi transitivi che indicano un superamento o una trascendenza dell'oggetto del verbo, realizzando l'azione espressa dalla parola a cui è prefisso, come in outrun, outshine, outvenom, ecc. In quest'ultimo uso, in particolare, out può essere combinato con quasi qualsiasi nome o verbo. [Century Dictionary]
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