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Significato di pharmacopeia

farmacopea; libro ufficiale sui farmaci; elenco di medicinali e preparazioni

Etimologia e Storia di pharmacopeia

pharmacopeia(n.)

Il termine pharmacopoeia, che significa "libro ufficiale che elenca i farmaci e contiene istruzioni per la loro preparazione," risale agli anni '20 del 1600. Deriva dal latino medico, a sua volta preso dal greco pharmakopoiia, che significa "preparazione di farmaci." È composto da pharmakon, che significa "farmaco" (vedi pharmacy), e poiein, che significa "fare" (vedi poet). Anutius Foesius, un medico di Basilea, è stato il primo a utilizzare questo termine come titolo di un libro. Un termine correlato è Pharmacopeial.

Voci correlate

Verso la fine del XIV secolo, il termine farmacie indicava "un medicinale che libera il corpo da un eccesso di umori (escluso il sangue)"; si riferiva anche a "trattamento con medicinali" e "teoria del trattamento con medicinali". Proveniva dal francese antico farmacie, che significava "un purgante" (XIII secolo), e direttamente dal latino medievale pharmacia, a sua volta derivato dal greco pharmakeia, che indicava "un medicinale curativo o dannoso, un'erba medicinale o velenosa; una droga, una pozione velenosa; magia (pozione), tintura, materia prima per lavorazioni fisiche o chimiche".

Il termine si ricollega a pharmakeus (femminile pharmakis), che significava "preparatore di droghe, avvelenatore, stregone", derivato da pharmakon, ossia "droga, veleno, filtro, incantesimo, magia". Beekes osserva che il significato originale non è chiaro e aggiunge: "La parola è chiaramente pre-greca". La ph- è stata ripristinata nel XVI secolo in francese e nel XVII secolo in inglese (vedi ph).

Buck, nel suo lavoro "Selected Indo-European Synonyms", nota che "Le parole per 'veleno', a parte un gruppo ereditato, sono in alcuni casi le stesse di quelle per 'droga'...". Oltre al termine greco, menziona il latino venenum, che significava "veleno", ma in precedenza indicava anche "droga, pozione medicinale" (da cui lo spagnolo veneno, il francese venin e l'inglese venom), e l'antico inglese lybb.

Il significato "uso o somministrazione di droghe" risale circa al 1400; quello di "arte o pratica di preparare, conservare e comporre medicinali, e di distribuirli secondo prescrizioni" si sviluppa negli anni '50 del XVII secolo; infine, il senso di "luogo in cui si preparano e distribuiscono i medicinali" è attestato nel 1833.

"uno dotato del dono e del potere dell'invenzione e creazione immaginativa, accompagnato dalla corrispondente eloquenza dell'espressione, comunemente ma non necessariamente in forma metrica" [Century Dictionary, 1895], inizio del 14° secolo, "un poeta, un autore di composizioni metriche; uno abile nell'arte di fare poesia; un cantante" (c. 1200 come cognome), dal francese antico poete (12° secolo, francese moderno poète) e direttamente dal latino poeta "un poeta," dal greco poētēs "creatore, autore, poeta," variante di poiētēs, da poein, poiein "fare, creare, comporre."

Questo è ricostruito [Watkins] per essere dal PIE *kwoiwo- "fare," dalla radice *kwei- "accumulare, costruire, fare" (fonte anche del sanscrito cinoti "accumulare, impilare," slavo ecclesiastico antico činu "atto, azione, ordine").

A POET is as much to say as a maker. And our English name well comformes with the Greeke word : for of [poiein] to make, they call a maker Poeta. [Puttenham, "Arte of English Poesie," 1589]
UN POETA è tanto da dire quanto un creatore. E il nostro nome inglese si conforma bene con la parola greca: perché di [poiein] fare, chiamano un creatore Poeta. [Puttenham, "Arte of English Poesie," 1589]
It isn't what [a poet] says that counts as a work of art, it's what he makes, with such intensity of perception that it lives with an intrinsic movement of its own to verify its authenticity. [William Carlos Williams, 1944]
Non è ciò che [un poeta] dice che conta come un'opera d'arte, è ciò che crea, con tale intensità di percezione che vive con un movimento intrinseco proprio per verificare la sua autenticità. [William Carlos Williams, 1944]

Sostituì l'antico inglese scop (che sopravvive in scoff). Fu usato nel 14° secolo, come nelle lingue classiche, in riferimento a tutti gli scrittori o compositori di opere letterarie. Nel 16°-17° secolo spesso inglesizzato come maker.

Poète maudit, "un poeta insufficientemente apprezzato dai suoi contemporanei," letteralmente "poeta maledetto," è attestato dal 1930, dal francese (1884, Verlaine). Per poet laureate vedere laureate.

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