All'inizio del XII secolo, seinte veniva usato come aggettivo per descrivere qualcosa di "santo, divinamente ispirato, degno di adorazione," e si trovava prima dei nomi propri (come in Sainte Marian Magdalene, ecc.). Questo termine deriva dal francese antico saint, seinte, che a sua volta proviene dal latino sanctus, significante "santo, consacrato," il participio passato di sancire, che vuol dire "consacrare" (vedi sacred). Ha sostituito o modificato l'inglese antico sanct, che deriva direttamente dal latino sanctus.
Da aggettivo usato per indicare una persona canonizzata, intorno al 1200 è diventato un sostantivo in inglese, riferendosi a "un cristiano specifico canonizzato," ma anche a "uno degli eletti, un membro del corpo di Cristo, una persona consacrata o messa da parte per il servizio di Dio." In un contesto dell'Antico Testamento, poteva anche significare "un profeta pre-cristiano."
Già alla fine del XIII secolo, il termine era attestato con il significato di "persona morale o virtuosa, qualcuno di puro o retto nel cuore e nella vita."
Gli aggettivi venivano usati anche come sostantivi nel latino tardo e nel francese antico, per indicare "un santo" o "una reliquia sacra." La parola latina è all'origine anche dello spagnolo santo, santa, dell'italiano san, ecc., e infine ha influenzato la maggior parte delle lingue germaniche (come il frisone antico sankt, l'olandese sint, il tedesco Sanct).
Perhaps you have imagined that this humility in the saints is a pious illusion at which God smiles. That is a most dangerous error. It is theoretically dangerous, because it makes you identify a virtue (i.e., a perfection) with an illusion (i.e., an imperfection), which must be nonsense. It is practically dangerous because it encourages a man to mistake his first insights into his own corruption for the first beginnings of a halo round his own silly head. No, depend upon it; when the saints say that they—even they—are vile, they are recording truth with scientific accuracy. [C.S. Lewis, "The Problem of Pain," 1940]
Forse hai immaginato che questa umiltà nei santi sia un'illusione pia alla quale Dio sorride. Questo è un errore molto pericoloso. È teoricamente pericoloso, perché ti porta a identificare una virtù (cioè, una perfezione) con un'illusione (cioè, un'imperfezione), il che deve essere assurdo. È praticamente pericoloso perché incoraggia una persona a scambiare i suoi primi segnali di corruzione personale per i primi accenni di un'aureola attorno alla propria testa. No, fidati; quando i santi dicono che anche loro sono vili, stanno registrando una verità con precisione scientifica. [C.S. Lewis, "The Problem of Pain," 1940]