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Significato di undisguised

scoperto; sincero; evidente

Etimologia e Storia di undisguised

undisguised(adj.)

Intorno al 1500, in riferimento agli oggetti, significa "non coperto da una maschera o da un'apparenza falsa," derivato da un- (1) "non" + participio passato di disguise (v.). Riferito a persone, è attestato a partire dagli anni '70 del 1600 (in riferimento a Satana).

Voci correlate

Intorno al 1300, il termine significava "nascondere l'identità personale attraverso cambiamenti nell'aspetto o nella solita apparenza, con l'intento di ingannare." Derivava dal francese antico desguiser, che significa "travestire, cambiare il proprio aspetto" (usato già nell'undicesimo secolo, mentre in francese moderno è déguiser). La parola si compone di des-, che significa "via, lontano" (puoi vedere dis- per maggiori dettagli), e guise, che indica "stile, aspetto," un termine di origine germanica (consulta guise per approfondire).

Dal metà del quattordicesimo secolo, il significato si è ampliato per includere "nascondere o coprire il carattere originale di qualcosa attraverso una forma o un aspetto contraffatto." Inizialmente, si usava soprattutto per descrivere l'atto di "allontanarsi dal proprio modo abituale" (riferito a vestiti, aspetto, ecc.), quindi "cambiare il proprio aspetto." Questa accezione è ancora presente nell'espressione disguised with liquor (anni '60 del Cinquecento), che significa "essere cambiati nel comportamento a causa dell'intossicazione."

It is most absurdly said, in popular language, of any man, that he is disguised in liquor; for, on the contrary, most men are disguised by sobriety. [Thomas De Quincey, "Confessions of an English Opium-Eater," 1856]
Si dice in modo assurdo, nel linguaggio popolare, di un uomo che è travestito dall'alcol; al contrario, la maggior parte degli uomini è travestita dalla sobrietà. [Thomas De Quincey, "Confessions of an English Opium-Eater," 1856]

Termini correlati: Disguised; disguising.

Il prefisso di negazione, in antico inglese un-, deriva dal proto-germanico *un- (presente anche nell'antico sassone, antico frisone, antico alto tedesco, tedesco un-, gotico un-, olandese on-), e risale all'indo-europeo *n- (origine di a-, an- in sanscrito "non", a-, an- in greco, an- in antico irlandese, in- in latino), che è la forma combinata della radice *ne- "non".

È il prefisso più prolifico in inglese, usato liberamente e diffusamente nell'antico inglese, dove forma più di 1.000 composti. Contende con il suo omologo derivato dal latino in- (1) il diritto di negare certi termini (indigestable/undigestable, ecc.), e sebbene entrambi possano essere usati insieme per indicare sfumature di significato (unfamous/infamous), di solito non lo sono.

Spesso ha un tono eufemistico (untruth per "una bugia") o enfatico, soprattutto quando suggerisce un'idea di privazione o liberazione: unpeel "sbucciare"; unpick "scassinare (una serratura) con strumenti da ladro"; unloose per "allentare".

Forma anche parole a partire da frasi, come uncalled-for, circa 1600; undreamed-of, anni '30 del 1600. Fuller (1661) usa unbooklearned. Una descrizione di un testamento legale del XV secolo contiene unawaydoable; Ben Jonson scrive un-in-one-breath-utterable. La parola uncome-at-able è attestata negli anni '90 del 1600 in Congreve, ma Samuel Johnson nel XVIII secolo e Fowler nel XX secolo la criticano ("La parola aveva senza dubbio, due o tre secoli fa, un'aria spavalda da 'chi se ne frega dei grammatici'; quella spavalderia è svanita da tempo; non ha scopo che 'inaccessibile' non abbia già...").

Tuttavia, la pratica è continuata; unlawlearned (Bentham, 1810), unlayholdable (1860); unputdownable, riferito a un libro, compare nel 1947; unpindownable, nel 1966. Si può anche confrontare con put-up-able-with (1812). Come prefisso nel telegraphese, per sostituire not e risparmiare il costo di una parola, è attestato dal 1936.

Grazie alla sua versatilità e alla necessità di esprimere negazioni, il numero di parole che possono essere create con un- in inglese è quasi infinito, e il fatto che alcune vengano usate mentre altre rimangano inedite dipende dal capriccio degli autori.

Gli editori di dizionari hanno notato questo fenomeno fin dal XVIII secolo, ma hanno anche ampliato la lista. Il "New and Complete Dictionary of the English Language" di John Ash (1775) presenta molte pagine di voci con un- in un'unica riga; tra una dozzina di voci consecutive ci sono unhaggled, unhaired, unhalooed, unhaltering (aggettivo), unhaltering (sostantivo), che il OED (1989) osserva essere state "ovviamente create per l'occasione" e che compaiono in altri testi solo decenni dopo, se mai. (Ash vindicated.)

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