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Etimologia e Storia di ungentle

ungentle(adj.)

fine del 14° secolo, per persone, "non nobile o ben educato," da un- (1) "non" + gentle (agg.). Intorno al 1500 per azioni o cose, "ruvido, duro." Ungenteel "scortese, maleducato" è dal 1630s.

Voci correlate

All'inizio del XIII secolo, gentile, gentle indicava "ben nato, di rango o famiglia nobile." Derivava dall'antico francese gentil/jentil, che significava "di alta nascita, degno, nobile, di buona famiglia; coraggioso, valoroso; fine, buono, bello" (XI secolo, in francese moderno "carino, grazioso, piacevole; fine, carino"). La radice latina è gentilis, che significa "della stessa famiglia o clan," usata nel latino medievale per indicare "di nobile o buona nascita." Questa a sua volta derivava da gens (genitivo gentis), che significa "razza, clan," e affonda le radici nel verbo gignere, "generare," proveniente dalla radice protoindoeuropea *gene-, che significa "dare alla luce, generare." Da qui si svilupparono parole legate alla procreazione e ai gruppi familiari e tribali.

Il significato si è evoluto in inglese e francese fino a indicare "avere il carattere o le maniere di una persona di rango nobile o di buona nascita," a seconda di come questi erano definiti. A partire dalla metà del XIII secolo in inglese assunse il significato di "grazioso, gentile" (ora obsoleto), descrivendo le maniere considerate appropriate per la nobiltà cristiana o cavalleresca. Dalla fine del XIII secolo si usava per "cortese, educato, di buona famiglia, affascinante," e intorno al 1300 per "grazioso, bello." Il significato di "morbido, tenero; facile; non severo" (riferito a animali, oggetti, persone) emerse negli anni '50 del XVI secolo. Il significato più antico è ancora presente in gentleman, e si può confrontare con gentile (aggettivo), una forma alternativa che tende a mantenere i sensi biblici della parola latina (anche se gentle in medio inglese a volte significava "pagano, infedele"). Infine, genteel è la stessa parola ripresa dal francese. A partire dal 1823, il termine venne usato per indicare "relativo alle fate."

Il prefisso di negazione, in antico inglese un-, deriva dal proto-germanico *un- (presente anche nell'antico sassone, antico frisone, antico alto tedesco, tedesco un-, gotico un-, olandese on-), e risale all'indo-europeo *n- (origine di a-, an- in sanscrito "non", a-, an- in greco, an- in antico irlandese, in- in latino), che è la forma combinata della radice *ne- "non".

È il prefisso più prolifico in inglese, usato liberamente e diffusamente nell'antico inglese, dove forma più di 1.000 composti. Contende con il suo omologo derivato dal latino in- (1) il diritto di negare certi termini (indigestable/undigestable, ecc.), e sebbene entrambi possano essere usati insieme per indicare sfumature di significato (unfamous/infamous), di solito non lo sono.

Spesso ha un tono eufemistico (untruth per "una bugia") o enfatico, soprattutto quando suggerisce un'idea di privazione o liberazione: unpeel "sbucciare"; unpick "scassinare (una serratura) con strumenti da ladro"; unloose per "allentare".

Forma anche parole a partire da frasi, come uncalled-for, circa 1600; undreamed-of, anni '30 del 1600. Fuller (1661) usa unbooklearned. Una descrizione di un testamento legale del XV secolo contiene unawaydoable; Ben Jonson scrive un-in-one-breath-utterable. La parola uncome-at-able è attestata negli anni '90 del 1600 in Congreve, ma Samuel Johnson nel XVIII secolo e Fowler nel XX secolo la criticano ("La parola aveva senza dubbio, due o tre secoli fa, un'aria spavalda da 'chi se ne frega dei grammatici'; quella spavalderia è svanita da tempo; non ha scopo che 'inaccessibile' non abbia già...").

Tuttavia, la pratica è continuata; unlawlearned (Bentham, 1810), unlayholdable (1860); unputdownable, riferito a un libro, compare nel 1947; unpindownable, nel 1966. Si può anche confrontare con put-up-able-with (1812). Come prefisso nel telegraphese, per sostituire not e risparmiare il costo di una parola, è attestato dal 1936.

Grazie alla sua versatilità e alla necessità di esprimere negazioni, il numero di parole che possono essere create con un- in inglese è quasi infinito, e il fatto che alcune vengano usate mentre altre rimangano inedite dipende dal capriccio degli autori.

Gli editori di dizionari hanno notato questo fenomeno fin dal XVIII secolo, ma hanno anche ampliato la lista. Il "New and Complete Dictionary of the English Language" di John Ash (1775) presenta molte pagine di voci con un- in un'unica riga; tra una dozzina di voci consecutive ci sono unhaggled, unhaired, unhalooed, unhaltering (aggettivo), unhaltering (sostantivo), che il OED (1989) osserva essere state "ovviamente create per l'occasione" e che compaiono in altri testi solo decenni dopo, se mai. (Ash vindicated.)

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of ungentle

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