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Significato di unmoved

imperturbabile; fisso; non trasferito

Etimologia e Storia di unmoved

unmoved(adj.)

Verso la fine del XIV secolo, unmeved indicava "non influenzato da emozioni o eccitazioni," e in astronomia significava "fisso nella posizione." Derivava da un- (1) che significa "non" e dal participio passato di move (v.). Il significato "non trasferito da un luogo all'altro" è attestato già a metà del XV secolo.

Voci correlate

Verso la fine del XIII secolo, troviamo meven, con vari significati (vedi sotto), derivato dall'anglo-francese mover e dall'antico francese movoir, che significa "muovere, mettersi in movimento, partire; mettere in moto; introdurre" (in francese moderno mouvoir). Questa parola ha radici latine nel termine movere, che significa "muovere, mettere in moto; rimuovere; disturbare" (il participio passato è motus, mentre il frequentativo è motare). La radice indoeuropea da cui tutto ciò deriva è *meue-, che significa "spingere via".

Tra i significati fisici, il primo ad affermarsi in inglese (verso la fine del XIII secolo) è quello intransitivo, che indica "cambiare luogo o posizione, muoversi, spostarsi; muovere il corpo; lasciare il proprio posto, cambiare posizione". Quello di "andare (da un luogo a un altro), viaggiare, spostarsi; mettersi in cammino, procedere" compare intorno al 1300. Il significato transitivo di "far cambiare luogo o posizione; spostare; dislocare; mettere in moto" si sviluppa verso la fine del XIV secolo, insieme a quello di "impartire movimento a, spingere; mantenere in movimento". L'uso intransitivo di "passare da un luogo all'altro; viaggiare; spostarsi continuamente o occasionalmente" risale anch'esso al 1300 circa.

I significati emotivi, figurativi e non materiali si affermano principalmente nel Medio Inglese. Il primo è "eccitare all'azione; influenzare; indurre; incitare; risvegliare" i sensi, le facoltà mentali o le emozioni (fine del XIII secolo). In particolare, si sviluppa entro il XIV secolo il significato di "toccare (qualcuno) emotivamente, suscitare pietà o tenerezza". Da qui deriva anche l'idea di "influenzare (qualcuno a fare qualcosa), guidare, spingere o incitare verso un'azione" (fine del XIV secolo).

Il senso di "proporre; presentare; offrire formalmente; sottoporre" (come una mozione da considerare in un'assemblea deliberativa) emerge all'inizio del XV secolo. L'idea di "cambiare luogo di residenza" compare nel 1707. Nel contesto degli scacchi, delle dame e giochi simili, il significato di "cambiare la posizione di un pezzo durante il gioco" risale alla fine del XV secolo. L'accezione commerciale di "vendere, far vendere" si afferma nel 1900.

L'ordine del poliziotto di move on è attestato nel 1831. L'espressione move heaven and earth, che significa "fare sforzi straordinari", compare nel 1798. Correlati: Moved; moving.

Il prefisso di negazione, in antico inglese un-, deriva dal proto-germanico *un- (presente anche nell'antico sassone, antico frisone, antico alto tedesco, tedesco un-, gotico un-, olandese on-), e risale all'indo-europeo *n- (origine di a-, an- in sanscrito "non", a-, an- in greco, an- in antico irlandese, in- in latino), che è la forma combinata della radice *ne- "non".

È il prefisso più prolifico in inglese, usato liberamente e diffusamente nell'antico inglese, dove forma più di 1.000 composti. Contende con il suo omologo derivato dal latino in- (1) il diritto di negare certi termini (indigestable/undigestable, ecc.), e sebbene entrambi possano essere usati insieme per indicare sfumature di significato (unfamous/infamous), di solito non lo sono.

Spesso ha un tono eufemistico (untruth per "una bugia") o enfatico, soprattutto quando suggerisce un'idea di privazione o liberazione: unpeel "sbucciare"; unpick "scassinare (una serratura) con strumenti da ladro"; unloose per "allentare".

Forma anche parole a partire da frasi, come uncalled-for, circa 1600; undreamed-of, anni '30 del 1600. Fuller (1661) usa unbooklearned. Una descrizione di un testamento legale del XV secolo contiene unawaydoable; Ben Jonson scrive un-in-one-breath-utterable. La parola uncome-at-able è attestata negli anni '90 del 1600 in Congreve, ma Samuel Johnson nel XVIII secolo e Fowler nel XX secolo la criticano ("La parola aveva senza dubbio, due o tre secoli fa, un'aria spavalda da 'chi se ne frega dei grammatici'; quella spavalderia è svanita da tempo; non ha scopo che 'inaccessibile' non abbia già...").

Tuttavia, la pratica è continuata; unlawlearned (Bentham, 1810), unlayholdable (1860); unputdownable, riferito a un libro, compare nel 1947; unpindownable, nel 1966. Si può anche confrontare con put-up-able-with (1812). Come prefisso nel telegraphese, per sostituire not e risparmiare il costo di una parola, è attestato dal 1936.

Grazie alla sua versatilità e alla necessità di esprimere negazioni, il numero di parole che possono essere create con un- in inglese è quasi infinito, e il fatto che alcune vengano usate mentre altre rimangano inedite dipende dal capriccio degli autori.

Gli editori di dizionari hanno notato questo fenomeno fin dal XVIII secolo, ma hanno anche ampliato la lista. Il "New and Complete Dictionary of the English Language" di John Ash (1775) presenta molte pagine di voci con un- in un'unica riga; tra una dozzina di voci consecutive ci sono unhaggled, unhaired, unhalooed, unhaltering (aggettivo), unhaltering (sostantivo), che il OED (1989) osserva essere state "ovviamente create per l'occasione" e che compaiono in altri testi solo decenni dopo, se mai. (Ash vindicated.)

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of unmoved

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