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Etimologia e Storia di unremembered

unremembered(adj.)

"scomparso dalla memoria, dimenticato," inizio del 15° secolo, da un- (1) "non" + participio passato di remember (v.). Correlato: Unremembrance. Un verbo unremember "dimenticare" è attestato dalla fine del 15° secolo.

Voci correlate

Metà del XIV secolo, remembren, "tenere o portare (qualcosa o qualcuno) in mente, trattenere nella memoria, preservare nell’oblio," derivato dall'antico francese remembrer "ricordare, richiamare alla mente, far tornare in mente" (XI secolo), a sua volta dal latino rememorari "richiamare alla mente, ricordare," composto da re- "di nuovo" (vedi re-) + memorari "essere consapevole di," da memor "consapevole" (dalla radice PIE *(s)mer- (1) "ricordare").

Il significato "richiamare alla mente, far tornare in memoria" si afferma alla fine del XIV secolo; il senso di "menzionare" risale agli anni '50 del XVI secolo. In medio inglese era usato anche per "ricordare" (qualcuno), "riportare alla memoria" (qualcosa a qualcuno); "fare un resoconto, narrare," e in costruzioni passive come hit remembreth me "io ricordo." Un verbo anglosassone equivalente era gemunan.

L'inserimento di -b- tra -m- e una consonante successiva (soprattutto dove una vocale è caduta) è una regolarità: si veda number (sost.), chamber (sost.), humble (agg.).

Remember implies that a thing exists in the memory, not that it is actually present in the thoughts at the moment, but that it recurs without effort. Recollect means that a fact, forgotten or partially lost to memory, is after some effort recalled and present to the mind. Remembrance is the store-house, recollection the act of culling out this article and that from the repository. He remembers everything he hears, and can recollect any statement when called on. The words, however, are often confounded, and we say we cannot remember a thing when we mean we cannot recollect it. [Century Dictionary, 1895]
Remember implica che qualcosa esista nella memoria, non che sia effettivamente presente nei pensieri in quel momento, ma che riemerge senza sforzo. Recollect significa che un fatto, dimenticato o parzialmente perso nella memoria, viene richiamato e reso presente nella mente dopo un certo sforzo. Remembrance è il magazzino, recollection l'atto di estrarre questo o quel ricordo da quel magazzino. Lui remembers tutto ciò che sente, e può recollect qualsiasi affermazione quando viene chiamato a farlo. Tuttavia, le parole sono spesso confuse, e diciamo di non poter remember una cosa quando intendiamo dire che non possiamo recollect essa. [Century Dictionary, 1895]

Nei messaggi di cortesia, l'espressione "ricordare (qualcuno) a (un altro), richiamare alla memoria di un altro" è attestata dagli anni '50 del XVI secolo, come in remember me to your family.

Il prefisso di negazione, in antico inglese un-, deriva dal proto-germanico *un- (presente anche nell'antico sassone, antico frisone, antico alto tedesco, tedesco un-, gotico un-, olandese on-), e risale all'indo-europeo *n- (origine di a-, an- in sanscrito "non", a-, an- in greco, an- in antico irlandese, in- in latino), che è la forma combinata della radice *ne- "non".

È il prefisso più prolifico in inglese, usato liberamente e diffusamente nell'antico inglese, dove forma più di 1.000 composti. Contende con il suo omologo derivato dal latino in- (1) il diritto di negare certi termini (indigestable/undigestable, ecc.), e sebbene entrambi possano essere usati insieme per indicare sfumature di significato (unfamous/infamous), di solito non lo sono.

Spesso ha un tono eufemistico (untruth per "una bugia") o enfatico, soprattutto quando suggerisce un'idea di privazione o liberazione: unpeel "sbucciare"; unpick "scassinare (una serratura) con strumenti da ladro"; unloose per "allentare".

Forma anche parole a partire da frasi, come uncalled-for, circa 1600; undreamed-of, anni '30 del 1600. Fuller (1661) usa unbooklearned. Una descrizione di un testamento legale del XV secolo contiene unawaydoable; Ben Jonson scrive un-in-one-breath-utterable. La parola uncome-at-able è attestata negli anni '90 del 1600 in Congreve, ma Samuel Johnson nel XVIII secolo e Fowler nel XX secolo la criticano ("La parola aveva senza dubbio, due o tre secoli fa, un'aria spavalda da 'chi se ne frega dei grammatici'; quella spavalderia è svanita da tempo; non ha scopo che 'inaccessibile' non abbia già...").

Tuttavia, la pratica è continuata; unlawlearned (Bentham, 1810), unlayholdable (1860); unputdownable, riferito a un libro, compare nel 1947; unpindownable, nel 1966. Si può anche confrontare con put-up-able-with (1812). Come prefisso nel telegraphese, per sostituire not e risparmiare il costo di una parola, è attestato dal 1936.

Grazie alla sua versatilità e alla necessità di esprimere negazioni, il numero di parole che possono essere create con un- in inglese è quasi infinito, e il fatto che alcune vengano usate mentre altre rimangano inedite dipende dal capriccio degli autori.

Gli editori di dizionari hanno notato questo fenomeno fin dal XVIII secolo, ma hanno anche ampliato la lista. Il "New and Complete Dictionary of the English Language" di John Ash (1775) presenta molte pagine di voci con un- in un'unica riga; tra una dozzina di voci consecutive ci sono unhaggled, unhaired, unhalooed, unhaltering (aggettivo), unhaltering (sostantivo), che il OED (1989) osserva essere state "ovviamente create per l'occasione" e che compaiono in altri testi solo decenni dopo, se mai. (Ash vindicated.)

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of unremembered

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