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Etimologia e Storia di unworked

unworked(adj.)

ca. 1400, unwerked, di metallo, "non modellato o battuto in forma," da un- (1) "non" + participio passato di work (v.).

Voci correlate

Il verbo significa "agire, operare, impegnarsi nel compimento di qualcosa." Si è sviluppato da una fusione di diverse radici antiche: dall'Old English wyrcan (coniugato al passato worhte e al participio passato geworht), che significa "preparare, eseguire, fare, costruire, produrre con impegno o abilità; ambire a" (proveniente dal Proto-Germanico *wurkjanan), e dall'Old English wircan (dialetto merciano) che si traduce come "operare, funzionare, dare inizio a"—un verbo secondario formatosi relativamente tardi da un sostantivo Proto-Germanico *werkan- (vedi work (n.)).

Già nell'Old English, il termine aveva il significato di "svolgere un lavoro manuale, prestare servizio o svolgere compiti umili," così come l'interpretazione di "esercitare la propria professione" e "esprimere la propria creatività, essere un creatore."

Il significato transitivo di "impastare o manipolare (sostanze fisiche) fino a ottenere una forma desiderata" risale anch'esso all'Old English. L'accezione di "avere l'effetto atteso o desiderato" si è affermata verso la fine del 14° secolo. Tra i termini correlati troviamo Worked (15° secolo), wrought, e working.

Il termine work against, che significa "tentare di sovvertire," è attestato già alla fine del 14° secolo. L'espressione work one's way, che implica "ottenere ciò che si desidera," è documentata all'inizio del 14° secolo. L'uso di work in nel senso di "inserire, introdurre o mescolare" un materiale in un altro si sviluppa negli anni '70 del 1600; da qui deriva anche il significato figurato di "far entrare o penetrare con sforzi ripetuti."

Il termine work over, che indica "picchiare, malmenare," compare nel 1927; come sostantivo, working-over è attestato nel 1960.

Il prefisso di negazione, in antico inglese un-, deriva dal proto-germanico *un- (presente anche nell'antico sassone, antico frisone, antico alto tedesco, tedesco un-, gotico un-, olandese on-), e risale all'indo-europeo *n- (origine di a-, an- in sanscrito "non", a-, an- in greco, an- in antico irlandese, in- in latino), che è la forma combinata della radice *ne- "non".

È il prefisso più prolifico in inglese, usato liberamente e diffusamente nell'antico inglese, dove forma più di 1.000 composti. Contende con il suo omologo derivato dal latino in- (1) il diritto di negare certi termini (indigestable/undigestable, ecc.), e sebbene entrambi possano essere usati insieme per indicare sfumature di significato (unfamous/infamous), di solito non lo sono.

Spesso ha un tono eufemistico (untruth per "una bugia") o enfatico, soprattutto quando suggerisce un'idea di privazione o liberazione: unpeel "sbucciare"; unpick "scassinare (una serratura) con strumenti da ladro"; unloose per "allentare".

Forma anche parole a partire da frasi, come uncalled-for, circa 1600; undreamed-of, anni '30 del 1600. Fuller (1661) usa unbooklearned. Una descrizione di un testamento legale del XV secolo contiene unawaydoable; Ben Jonson scrive un-in-one-breath-utterable. La parola uncome-at-able è attestata negli anni '90 del 1600 in Congreve, ma Samuel Johnson nel XVIII secolo e Fowler nel XX secolo la criticano ("La parola aveva senza dubbio, due o tre secoli fa, un'aria spavalda da 'chi se ne frega dei grammatici'; quella spavalderia è svanita da tempo; non ha scopo che 'inaccessibile' non abbia già...").

Tuttavia, la pratica è continuata; unlawlearned (Bentham, 1810), unlayholdable (1860); unputdownable, riferito a un libro, compare nel 1947; unpindownable, nel 1966. Si può anche confrontare con put-up-able-with (1812). Come prefisso nel telegraphese, per sostituire not e risparmiare il costo di una parola, è attestato dal 1936.

Grazie alla sua versatilità e alla necessità di esprimere negazioni, il numero di parole che possono essere create con un- in inglese è quasi infinito, e il fatto che alcune vengano usate mentre altre rimangano inedite dipende dal capriccio degli autori.

Gli editori di dizionari hanno notato questo fenomeno fin dal XVIII secolo, ma hanno anche ampliato la lista. Il "New and Complete Dictionary of the English Language" di John Ash (1775) presenta molte pagine di voci con un- in un'unica riga; tra una dozzina di voci consecutive ci sono unhaggled, unhaired, unhalooed, unhaltering (aggettivo), unhaltering (sostantivo), che il OED (1989) osserva essere state "ovviamente create per l'occasione" e che compaiono in altri testi solo decenni dopo, se mai. (Ash vindicated.)

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of unworked

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