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Significato di AI

intelligenza artificiale; AI

Etimologia e Storia di AI

AI

anche a.i., nel 1971, abbreviazione di artificial intelligence. All'inizio del 20° secolo significava artificial insemination.

Voci correlate

Verso la fine del XIV secolo, il termine artificial inizia a essere usato per descrivere qualcosa di "non naturale o spontaneo." Deriva dall'antico francese artificial, che a sua volta proviene dal latino artificialis, ossia "relativo all'arte." Questo termine latino si radica in artificium, che significa "un'opera d'arte," "abilità," o "teoria e sistema," e ancora più indietro in artifex (genitivo artificis), che si traduce come "artigiano," "artista," o "maestro di un'arte" (come musica, recitazione, scultura, ecc.). La radice di artifex proviene da ars, che significa "arte" (puoi vedere art (n.)), unita a -fex, che indica "creatore" o "fabbricante," derivando da facere, che significa "fare" o "creare" (quest'ultimo è legato alla radice proto-indoeuropea *dhe-, che significa "porre" o "mettere").

Il primo uso documentato in inglese sembra essere nella locuzione artificial day, che si riferisce al "periodo di luce del giorno, dalla nascita del sole al tramonto" (in contrapposizione al natural day di 24 ore). La definizione di "creato dall'uomo, frutto di abilità e lavoro umano" emerge all'inizio del XV secolo. A partire dal XVI secolo, il termine viene applicato a qualsiasi cosa realizzata in imitazione o come sostituto di ciò che è naturale, sia che si tratti di elementi reali (come luce e lacrime) che di oggetti artificiali (come denti e fiori). Il significato di "fittizio, non genuino" compare negli anni '40 del Seicento, mentre l'accezione di "pieno di affettazione, insincero" risale agli anni '90 del XVI secolo.

Artificial insemination, ovvero "inseminazione artificiale," risale al 1894. Il termine Artificial intelligence, che significa "la scienza e l'ingegneria per creare macchine intelligenti," è stato coniato nel 1956.

Verso la fine del XIV secolo, il termine indicava "la massima facoltà della mente, la capacità di comprendere verità generali." Intorno al 1400, si usava anche per "facoltà di comprensione, intelligenza," ed era preso dall'antico francese intelligence (XII secolo) e direttamente dal latino intelligentia, intellegentia, che significava "comprensione, conoscenza, capacità di discernere; arte, abilità, gusto." Questo derivava da intelligentem (nominativo intelligens), che significava "discerning, appreciative," e rappresentava il participio presente di intelligere, ovvero "capire, comprendere, venire a conoscere." La sua origine si può ricondurre a una forma assimilata di inter, che significa "tra" (vedi inter-), unita a legere, che significa "scegliere, selezionare, leggere." Quest'ultima proviene dalla radice proto-indoeuropea *leg- (1), che significava "raccogliere, radunare," e da cui derivano anche significati come "parlare" (nel senso di "scegliere le parole").

Il significato di "comprensione superiore, saggezza, qualità di essere intelligente" si afferma all'inizio del XV secolo. La connotazione di "informazioni ricevute o trasmesse, notizie" appare già nella metà del XV secolo, in particolare per indicare "informazioni segrete fornite da spie" (anni '80 del Cinquecento). La definizione di "essere dotato di intelligenza o comprensione" risale alla fine del XIV secolo. Intelligence quotient viene attestato nel 1921 (vedi I.Q.).

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of AI

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