Nel 1300, il termine indicava l'«azione di ruotare; una rivoluzione attorno a un asse, un movimento attorno a un centro», utilizzato anche come manovra di lotta. Proveniva dall'anglo-francese tourn (che in antico francese si scriveva torn o tour), a sua volta derivato dal latino tornus, che significava «torni» o «tornio» (vedi turn (v.)); in parte, il termine si era anche evoluto dal verbo turn.
Già all'inizio del 1400, il termine assunse il significato di «deviazione dal proprio corso, un allontanamento dal percorso stabilito». Verso il 1400, cominciò a essere usato anche in senso fisico, per indicare «un cambiamento di direzione, un'inversione verso un altro percorso». La connotazione di «angolo, curva, punto di flessione» (in una strada, un fiume, ecc.) si affermò anch'essa all'inizio del 1400.
Verso la fine del 1400, il termine venne impiegato per descrivere «un cambiamento di posizione per affrontare una nuova direzione» e, in senso più ampio, anche per indicare un «cambiamento nella situazione attuale».
Il significato di «atto o azione» (come in good turn, «buona azione») è documentato già dal 1300. L'idea che il termine potesse riferirsi al «momento in cui una persona è chiamata ad agire, quando i turni si susseguono» si sviluppò all'inizio del 1400 (l'espressione take turns, «alternarsi», risale alla metà del 1400); specificamente, a indicare un «periodo di lavoro» si cominciò a usare verso la fine del 1400.
Il significato di «inizio di un periodo di tempo» è attestato dal 1853 (come in turn-of-the-century, «di inizio secolo»), mentre l'espressione aggettivale si affermò solo nel 1921.
L'espressione done to a turn (1780) suggerisce l'idea di carne arrostita su uno spiedo, cotta alla perfezione. Il turn of the screw (1796) si riferisce a un ulteriore giro di vite, un modo per stringere la presa, talvolta associato a torture come quelle inflitte con le vite di legno.