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Significato di ether

etere; cielo; aria superiore

Etimologia e Storia di ether

ether(n.)

Verso la fine del XIV secolo, il termine indicava le "regioni superiori dello spazio". Derivava dall'antico francese ether (XII secolo) e direttamente dal latino aether, che significava "l'aria superiore, pura e luminosa; il cielo, il firmamento". Questo, a sua volta, proveniva dal greco aithēr, che indicava "l'aria superiore; l'aria più luminosa e pura; il cielo", in contrapposizione a aēr, che si riferiva all'aria inferiore. L'origine del termine greco si trovava nel verbo aithein, che significava "bruciare, brillare", e risaliva alla radice protoindoeuropea *aidh-, che significava "bruciare" (si veda edifice).

Nella cosmologia antica, l'etere era l'elemento che riempiva tutto lo spazio oltre la sfera della luna, costituendo la sostanza delle stelle e dei pianeti. Era concepito come una forma più pura di fuoco o aria, o come un quinto elemento. Tra il XVII e il XIX secolo, divenne il termine scientifico per un presunto "quadro di riferimento" per le forze nell'universo, forse privo di proprietà materiali. Questo concetto fu messo in discussione dall'esperimento di Michelson-Morley (1887) e abbandonato all'inizio del XX secolo, dopo che la Teoria della Relatività fu accettata. Tuttavia, prima di essere scartato, diede origine all'uso colloquiale di ether per indicare "la radio" (1899).

Il nome fu anche attribuito intorno al 1730 (da Frobenius; in inglese entro il 1757) a un composto chimico volatile noto sin dal XIV secolo per la sua leggerezza e mancanza di colore. Le sue proprietà anestetiche, tuttavia, non furono completamente comprese fino al 1842.

Voci correlate

Verso la fine del XIV secolo, il termine è entrato in uso dall'antico francese edifice, che significa "edificio" (già nel XII secolo). Questo a sua volta deriva dal latino aedificium, che indica "costruzione" e proviene da aedificare, ossia "erigere un edificio." La radice di tutto ciò è aedis, una variante di aedes, che si traduce come "tempio" o "santuario." Di solito, si riferiva a una struttura unica, priva di partizioni, ma nel plurale poteva anche significare "casa abitativa" o "costruzione," originariamente intesa come "un luogo con un focolare." Infine, il termine si forma unendo facere, che significa "fare" o "creare," e proviene dalla radice indoeuropea *dhe-, che significa "porre" o "mettere."

La parola Aedis trae origine dalla radice indoeuropea *eidh-, che significa "bruciare" o "fuoco" (da cui anche il sanscrito inddhe, che significa "prendere fuoco," l'avestano aesma- per "legna da ardere," il greco aithein che vuol dire "bruciare," e aithos per "fuoco." Altri esempi includono il latino aestas per "estate" e aestus per "calore," il lituano iesmė per "legna da ardere," l'antico irlandese aed per "fuoco," il gallese aidd per "calore" o "zelo," e infine l'antico inglese ād, l'antico alto tedesco eit per "pira funerario," e l'antico norreno eisa per "carboni ardenti."

Questa radice potrebbe essere collegata a un'altra, *as-, che significa "bruciare" o "ardere."

Il composto si forma quando un acido si unisce a un alcol. È stato coniato nel 1852, ma la sua origine risale al 1848, grazie al chimico tedesco Leopold Gmelin (1788-1853), professore a Heidelberg. Il nome sembra essere "apparentemente un'invenzione pura" [Flood], forse una contrazione o un'astrazione da Essigäther, il termine tedesco per l'acetato di etile, che deriva da Essig "aceto" + Äther "etere" (vedi ether). Essig proviene dall'alto tedesco antico ezzih, risultato di una metatesi del latino acetum (vedi vinegar).

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Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of ether

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