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Significato di jealously

gelosamente; con sospetto e possessività

Etimologia e Storia di jealously

jealously(adv.)

Verso la fine del XIV secolo, si usava per dire "in modo zelante;" nel 1718, ha acquisito il significato di "in modo sospettoso e possessivo," derivando da jealous + -ly (2).

Voci correlate

Intorno al 1200, gelus, che in seguito diventa jelus, usato per descrivere qualcuno "possessivo e sospettoso," soprattutto nel contesto di relazioni romantiche o sessuali (in qualsiasi contesto a partire dalla fine del XIV secolo). Questo termine deriva dal francese antico jalos/gelos, che significava "appassionato, zelante; avaro; geloso" (XII secolo, in francese moderno jaloux). La sua origine si trova nel latino tardo zelosus, a sua volta derivato da zelus, che significa "zelo," e risale al greco zēlos. Quest'ultimo termine, sebbene a volte tradotto come "gelosia," era più frequentemente usato in un'accezione positiva, per indicare "emulazione, rivalità, zelo." La radice indoeuropea da cui deriva è *ya-, che significa "cercare, richiedere, desiderare" (vedi zeal). Nella lingua biblica, già all'inizio del XIII secolo, il termine assumeva il significato di "non tollerare infedeltà." In medio inglese, a volte veniva usato anche in un senso più positivo, per descrivere qualcuno "affettuoso, innamorato, ardente" (circa 1300), e in altre accezioni che oggi associamo a zealous, un prestito successivo dallo stesso termine latino.

Most of the words for 'envy' ... had from the outset a hostile force, based on 'look at' (with malice), 'not love,' etc. Conversely, most of those which became distinctive terms for 'jealousy' were originally used also in a good sense, 'zeal, emulation.' [Buck, pp.1138-9]
La maggior parte delle parole per 'invidia' ... avevano fin dall'inizio una connotazione ostile, basata su 'guarda con malizia' (con intenzioni negative), 'non amare,' ecc. Al contrario, molte di quelle che sono diventate termini distintivi per 'gelosia' erano originariamente usate anche in un senso positivo, per indicare 'zelo, emulazione.' [Buck, pp.1138-9]

Tra le diverse espressioni per "geloso" in altre lingue, troviamo lo svedese svartsjuka, che si traduce letteralmente in "malato nero," derivato dall'espressione bara svarta strumpor, che significa "indossare calze nere," usata anche per indicare "essere gelosi." In danese, skinsyg significa "geloso," e si traduce letteralmente in "malato di pelle." Questo termine deriva da skind, che significa "pelle, cuoio," e si dice sia spiegato dall'espressione dialettale svedese fa skinn, che significa "ricevere un rifiuto in amore."

È un suffisso avverbiale comune che, partendo dagli aggettivi, forma avverbi che significano "in un modo denotato dall'aggettivo". In medio inglese si scriveva -li, mentre in antico inglese era -lice. Le sue origini risalgono al proto-germanico *-liko-, che ha dato vita anche a forme come -like in antico frisone, -liko in antico sassone, -lijk in olandese, -licho in antico alto tedesco, -lich in tedesco moderno, -liga in antico norreno e -leiko in gotico. Per ulteriori dettagli, si veda -ly (1). Questo suffisso è imparentato con lich ed è identico a like (aggettivo).

Weekley osserva come sia "curioso" che nelle lingue germaniche si utilizzi una parola che significa essenzialmente "corpo" per formare gli avverbi, mentre nelle lingue romanze si preferisca una che significa "mente" (come in francese constamment, derivato dal latino constanti mente). La forma moderna inglese è emersa verso la fine del medio inglese, probabilmente grazie all'influenza dell'antico norreno -liga.

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