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Significato di unseemly

inadeguato; indecente; sgradevole

Etimologia e Storia di unseemly

unseemly(adj.)

Intorno al 1300, unsemeli, "visivamente sgradevole, poco attraente, brutto;" metà del 14° secolo, "inadeguato, indecente, inappropriato;" deriva da un- (1) "non" + seemly (aggettivo). Formazione simile in antico norreno usoemiligr. Correlato: Unseemliness.

Voci correlate

Attorno al 1200, semeli, semlich, riferito a persone, significava "di aspetto gradevole o bello, affascinante, giusto." Usato anche per descrivere comportamenti, indicava "appropriato, di buon gusto, decoroso; utile per uno scopo," e in generale "piacevole, adatto, idoneo." Probabilmente deriva dall'antico norreno soemiligr, che significa "divenire, onorevole," da soemr, che vuol dire "adatto" (vedi seem).

Il concetto alla base è "adatto all'oggetto, all'occasione, allo scopo o al carattere." Dalla fine del XIV secolo viene usato per indicare "degno di rispetto, onorevole." Correlato: Seemliness. Un documento del 1440 riporta seemlity. Anche in antico norreno esisteva soemleitr, che significava "bello da vedere."

Attorno al 1200, si usava in forma impersonale, come in hit semeth (it seems), per esprimere "sembra che (qualcosa sia così);" poteva anche essere usato con aggettivi o frasi, per indicare "sembrare (essere in una certa condizione), avere o presentare l'apparenza di (qualcosa)." Questa espressione deriva dall'antico norreno soema, che significava "onorare; sopportare; conformarsi a (il mondo, ecc.)," un verbo che a sua volta proveniva dall'aggettivo soemr, che significava "adatto" o "conveniente."

Si ritiene che questa forma derivi dal proto-germanico *somiz, che è anche all'origine dell'antico inglese som ("accordo, riconciliazione"), seman ("conciliarsi"), e che ha dato origine al medio inglese semen ("risolvere una disputa"), letteralmente "rendere uno." In danese antico, söme significava "essere appropriato o decoroso." Tutto ciò deriva dalla radice indoeuropea *somi-, una forma suffissata della radice *sem- (1), che significava "uno; come uno, insieme a" (si può confrontare anche con same).

Con altri verbi, come seem to be, è attestato a partire dal 1200 circa. Il significato di "apparire a se stessi, pensare di essere" si sviluppa negli anni '30 del Seicento. Anche nel medio inglese si usava per indicare "presentarsi, apparire; essere visibile, evidente" (fine del XIV secolo), da cui il significato successivo di "essere evidente, apparente o ovvio" riferito a un fatto, ecc. Il senso di "essere adatto o appropriato, essere opportuno" (circa 1300) è quello etimologico, ma è ormai obsoleto, tranne che nelle forme derivate seemly e unseemly. Correlati: Seemed; seeming.

Il prefisso di negazione, in antico inglese un-, deriva dal proto-germanico *un- (presente anche nell'antico sassone, antico frisone, antico alto tedesco, tedesco un-, gotico un-, olandese on-), e risale all'indo-europeo *n- (origine di a-, an- in sanscrito "non", a-, an- in greco, an- in antico irlandese, in- in latino), che è la forma combinata della radice *ne- "non".

È il prefisso più prolifico in inglese, usato liberamente e diffusamente nell'antico inglese, dove forma più di 1.000 composti. Contende con il suo omologo derivato dal latino in- (1) il diritto di negare certi termini (indigestable/undigestable, ecc.), e sebbene entrambi possano essere usati insieme per indicare sfumature di significato (unfamous/infamous), di solito non lo sono.

Spesso ha un tono eufemistico (untruth per "una bugia") o enfatico, soprattutto quando suggerisce un'idea di privazione o liberazione: unpeel "sbucciare"; unpick "scassinare (una serratura) con strumenti da ladro"; unloose per "allentare".

Forma anche parole a partire da frasi, come uncalled-for, circa 1600; undreamed-of, anni '30 del 1600. Fuller (1661) usa unbooklearned. Una descrizione di un testamento legale del XV secolo contiene unawaydoable; Ben Jonson scrive un-in-one-breath-utterable. La parola uncome-at-able è attestata negli anni '90 del 1600 in Congreve, ma Samuel Johnson nel XVIII secolo e Fowler nel XX secolo la criticano ("La parola aveva senza dubbio, due o tre secoli fa, un'aria spavalda da 'chi se ne frega dei grammatici'; quella spavalderia è svanita da tempo; non ha scopo che 'inaccessibile' non abbia già...").

Tuttavia, la pratica è continuata; unlawlearned (Bentham, 1810), unlayholdable (1860); unputdownable, riferito a un libro, compare nel 1947; unpindownable, nel 1966. Si può anche confrontare con put-up-able-with (1812). Come prefisso nel telegraphese, per sostituire not e risparmiare il costo di una parola, è attestato dal 1936.

Grazie alla sua versatilità e alla necessità di esprimere negazioni, il numero di parole che possono essere create con un- in inglese è quasi infinito, e il fatto che alcune vengano usate mentre altre rimangano inedite dipende dal capriccio degli autori.

Gli editori di dizionari hanno notato questo fenomeno fin dal XVIII secolo, ma hanno anche ampliato la lista. Il "New and Complete Dictionary of the English Language" di John Ash (1775) presenta molte pagine di voci con un- in un'unica riga; tra una dozzina di voci consecutive ci sono unhaggled, unhaired, unhalooed, unhaltering (aggettivo), unhaltering (sostantivo), che il OED (1989) osserva essere state "ovviamente create per l'occasione" e che compaiono in altri testi solo decenni dopo, se mai. (Ash vindicated.)

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    Tendenze di " unseemly "

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of unseemly

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