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Etimologia e Storia di untranslatable

untranslatable(adj.)

"non in grado di essere tradotto," anni 1650; vedere un- (1) "non" + translate (v.) + -able. Correlato: Untranslated (anni 1520); untranslatability.

Voci correlate

All'inizio del XIV secolo, il termine translaten significava "spostare da un luogo a un altro" e anche "tradurre in un'altra lingua, convertire da una lingua all'altra." Proveniva dal francese antico translater e direttamente dal latino translatus, che significa "trasportato," usato come participio passato di transferre, ovvero "portare oltre, trasportare" (vedi transfer). Questo termine latino si compone di trans, che significa "attraverso, oltre" (consulta trans-), e lātus, che significa "portato, trasportato" (vedi oblate (n.)).

Termini correlati includono Translated e translating. Un concetto simile si trova nell'antico inglese, dove il termine sostituito era awendan, derivato da wendan, che significa "girare, dirigere" (vedi wend).

terminazione comune e elemento di formazione di parole degli aggettivi inglesi (tipicamente basati su verbi transitivi) con il senso di "capace; soggetto; permesso; degno; richiedente; o vincolato a essere ______ed," a volte "pieno di, causante," dal francese -able e direttamente dal latino -abilis.

È propriamente -ble, dal latino -bilis (la vocale è generalmente dalla terminazione del verbo a cui si aggiunge), e rappresenta il PIE *-tro-, un suffisso usato per formare nomi di strumento, cognato con le seconde sillabe degli inglesi rudder e saddle (n.).

Un elemento vivo in inglese, usato in nuove formazioni da parole latine o native (readable, bearable) e anche con nomi (objectionable, peaceable). A volte con una significazione attiva (suitable, capable), a volte di significazione neutra (durable, conformable). Nel 20° secolo era diventato molto elastico nel significato, come in un reliable witness, una playable foul ball, perishable goods. Uno scrittore del 17° secolo ha usato cadaverable "mortale."

To take a single example in detail, no-one but a competent philologist can tell whether reasonable comes from the verb or the noun reason, nor whether its original sense was that can be reasoned out, or that can reason, or that can be reasoned with, or that has reason, or that listens to reason, or that is consistent with reason; the ordinary man knows only that it can now mean any of these, & justifiably bases on these & similar facts a generous view of the termination's capabilities; credible meaning for him worthy of credence, why should not reliable & dependable mean worthy of reliance & dependence? [Fowler]
Per prendere un singolo esempio in dettaglio, nessuno tranne un competente filologo può dire se reasonable derivi dal verbo o dal sostantivo reason, né se il suo senso originale fosse quello che può essere ragionato, o quello che può ragionare, o quello che può essere ragionato con, o quello che ha ragione, o quello che ascolta la ragione, o quello che è coerente con la ragione; l'uomo comune sa solo che ora può significare cualquiera di questi, & giustamente basa su questi & fatti simili una visione generosa delle capacità della terminazione; credible significando per lui degno di credenza, perché non dovrebbe reliable & dependable significare degno di affidamento & dipendenza? [Fowler]

In latino, -abilis e -ibilis dipendevano dalla vocale inflessionale del verbo. Da qui la forma variante -ible in antico francese, spagnolo, inglese. In inglese, -able tende a essere usato con parole native (e altre parole non latine), -ible con parole di evidente origine latina (ma ci sono eccezioni). Il suffisso latino non è etimologicamente collegato a able, ma è stato a lungo popolarmente associato ad esso, e questo probabilmente ha contribuito alla sua vitalità come suffisso vivo.

Il prefisso di negazione, in antico inglese un-, deriva dal proto-germanico *un- (presente anche nell'antico sassone, antico frisone, antico alto tedesco, tedesco un-, gotico un-, olandese on-), e risale all'indo-europeo *n- (origine di a-, an- in sanscrito "non", a-, an- in greco, an- in antico irlandese, in- in latino), che è la forma combinata della radice *ne- "non".

È il prefisso più prolifico in inglese, usato liberamente e diffusamente nell'antico inglese, dove forma più di 1.000 composti. Contende con il suo omologo derivato dal latino in- (1) il diritto di negare certi termini (indigestable/undigestable, ecc.), e sebbene entrambi possano essere usati insieme per indicare sfumature di significato (unfamous/infamous), di solito non lo sono.

Spesso ha un tono eufemistico (untruth per "una bugia") o enfatico, soprattutto quando suggerisce un'idea di privazione o liberazione: unpeel "sbucciare"; unpick "scassinare (una serratura) con strumenti da ladro"; unloose per "allentare".

Forma anche parole a partire da frasi, come uncalled-for, circa 1600; undreamed-of, anni '30 del 1600. Fuller (1661) usa unbooklearned. Una descrizione di un testamento legale del XV secolo contiene unawaydoable; Ben Jonson scrive un-in-one-breath-utterable. La parola uncome-at-able è attestata negli anni '90 del 1600 in Congreve, ma Samuel Johnson nel XVIII secolo e Fowler nel XX secolo la criticano ("La parola aveva senza dubbio, due o tre secoli fa, un'aria spavalda da 'chi se ne frega dei grammatici'; quella spavalderia è svanita da tempo; non ha scopo che 'inaccessibile' non abbia già...").

Tuttavia, la pratica è continuata; unlawlearned (Bentham, 1810), unlayholdable (1860); unputdownable, riferito a un libro, compare nel 1947; unpindownable, nel 1966. Si può anche confrontare con put-up-able-with (1812). Come prefisso nel telegraphese, per sostituire not e risparmiare il costo di una parola, è attestato dal 1936.

Grazie alla sua versatilità e alla necessità di esprimere negazioni, il numero di parole che possono essere create con un- in inglese è quasi infinito, e il fatto che alcune vengano usate mentre altre rimangano inedite dipende dal capriccio degli autori.

Gli editori di dizionari hanno notato questo fenomeno fin dal XVIII secolo, ma hanno anche ampliato la lista. Il "New and Complete Dictionary of the English Language" di John Ash (1775) presenta molte pagine di voci con un- in un'unica riga; tra una dozzina di voci consecutive ci sono unhaggled, unhaired, unhalooed, unhaltering (aggettivo), unhaltering (sostantivo), che il OED (1989) osserva essere state "ovviamente create per l'occasione" e che compaiono in altri testi solo decenni dopo, se mai. (Ash vindicated.)

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of untranslatable

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