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Significato di biblioklept

ladro di libri; chi ruba libri

Etimologia e Storia di biblioklept

biblioklept(n.)

"colui che ruba libri," 1880, da biblio- "libro" + greco kleptēs "ladro" (vedi kleptomania). Walsh lo definisce "un eufemismo moderno che addolcisce la brutta parola ladro di libri avvolgendola nel mistero della lingua greca."

Voci correlate

anche cleptomania, 1830, formato da mania + greco kleptes "ladro, imbroglione," da kleptein "rubare, agire di nascosto," da PIE *klep- "rubare" (un'estensione della radice *kel- (1) "coprire, nascondere, salvare"); affine al latino clepere "rubare, ascoltare di nascosto," al prussiano antico au-klipts "nascosto," allo slavo ecclesiastico poklopu "copertura, involucro," al gotico hlifan "rubare," hliftus "ladro."

La parola è stata molto derisa nel XIX secolo come un termine pomposo per il furto antiquato e un'opportunità per i privilegiati di giustificare un movente psicologico per il comportamento criminale.

There is a popular belief that some of the criminal laws under which the poor are rigorously punished are susceptible of remarkable elasticity when the peccadilloes of the rich are brought under judgment, and that there is some truth in the old adage which declares that "one man may steal a horse where another dare not look over the hedge." This unwholesome distrust is not likely to diminish if, in cases of criminal prosecutions where so-called respectable persons commit theft without sufficiently obvious motive for the act, they have their crime extenuated on the plea of kleptomania, as has recently occurred in several notable instances. ["Kleptomania," The Lancet, Nov. 16, 1861]
C'è una credenza popolare secondo cui alcune leggi penali, sotto le quali i poveri sono puniti severamente, sono suscettibili di una notevole elasticità quando i peccati dei ricchi vengono giudicati, e che ci sia del vero nel vecchio adagio che afferma che "un uomo può rubare un cavallo dove un altro non oserebbe nemmeno guardare oltre la siepe." Questa sfiducia malsana è poco probabile che diminuisca se, nei casi di procedimenti penali in cui persone così dette rispettabili commettono furti senza un movente sufficientemente ovvio per l'atto, il loro crimine viene attenuato con la scusa della cleptomania, come è recentemente accaduto in diversi casi notevoli. ["Kleptomania," The Lancet, 16 novembre 1861]

Il biblion è un elemento che forma parole e significa "libro" o, a volte, "Bibbia." Proviene dal greco e si traduce come "carta" o "pergamena," ed era anche il termine comune per indicare "un libro" come parte di un'opera più grande. In origine, era un diminutivo di byblos, che si riferisce al "papyrus egiziano." Questa parola potrebbe derivare da Byblos, il porto fenicio da cui il papyrus egiziano veniva esportato in Grecia (l'attuale Jebeil, in Libano). Per capire come il significato si sia evoluto, si può confrontare con parchment. Oppure, il nome del luogo potrebbe derivare dalla parola greca, che a sua volta avrebbe probabilmente origini egiziane. Un confronto interessante si può fare con Bible. Anche il latino liber (vedi library) e l'inglese book hanno radici simili, legate al mondo vegetale.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of biblioklept

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