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Significato di gauzy

leggero; trasparente; simile a garza

Etimologia e Storia di gauzy

gauzy(adj.)

1790, da gauze + -y (2). Correlato: Gauziness.

Till gauzy zephyrs flutt'ring o'er the plain,
On Twilight's bosom drop their filmy rain.
[Robert Merry, "The Laurel of Liberty," 1790]
Fino a quando i zeffiri velati fluttuano sulla pianura,
Sul seno del Crepuscolo cadono la loro pioggia filante.
[Robert Merry, "The Laurel of Liberty," 1790]

Voci correlate

Negli anni 1560, gais, derivato dal francese gaze, la cui origine è incerta. Si è ipotizzato che potesse provenire dall'arabo gazz, che significa "seta grezza" [Barnhart], oppure da Gaza, una città palestinese nota per la produzione di questo tessuto [Klein, Du Cagne]. Tuttavia, il Century Dictionary considera quest'ultima ipotesi poco probabile, e non ci sono prove a sostegno di entrambe le teorie.

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

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Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Tendenze di " gauzy "

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of gauzy

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