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Significato di iffy

incerto; dubbioso; poco affidabile

Etimologia e Storia di iffy

iffy(adj.)

1937, inglese americano, da if + -y (2). Inizialmente associato al presidente Franklin D. Roosevelt.

Voci correlate

“nel caso in cui; concedendo, permettendo o supponendo che; a condizione che;” anche “sebbene, nonostante che.” Deriva dall’inglese antico gif (il g- iniziale in inglese antico si pronunciava con un suono simile a quello dell’inglese moderno -y-) e significava “se, se non, così.” Proviene dal proto-germanico *ja-ba (che è anche all’origine dell’inglese antico, dell’antico norreno ef, dell’antico frisone gef, dell’antico alto tedesco ibu, del tedesco ob, e dell’olandese of, tutti con il significato di “se, se non”). La sua origine o relazione è incerta. Potrebbe derivare dalla radice pronominale proto-indoeuropea *i- [Watkins]; tuttavia, Klein e l’OED suggeriscono che probabilmente provenga originariamente da un caso obliquo di un sostantivo che significava “dubbio” (si veda l’antico alto tedesco iba che significa “condizione, stipulazione, dubbio,” l’antico norreno if per “dubbio, esitazione,” e lo svedese jäf che significa “eccezione, sfida”). Come sostantivo è attestato a partire dagli anni 1510.

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

*

Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of iffy

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