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Significato di martyrology

storia delle vite, sofferenze e morti dei martiri cristiani; elenco o calendario dei martiri secondo le loro ricorrenze

Etimologia e Storia di martyrology

martyrology(n.)

"storia delle vite, delle sofferenze e delle morti dei martiri cristiani," negli anni '90 del 1500, una formazione nativa da martyr (sostantivo) + -ology, oppure dal latino ecclesiastico martyrologium, dall'ungherese greco ecclesiastico martyrologicon. In particolare, nella Chiesa cattolica, "un elenco o un calendario di martiri, organizzato secondo le loro ricorrenze." In medio inglese si usava martiloge "il registro dei santi martiri" (fine del XIV secolo), dal latino medievale martilogium. Correlato: Martyrological.

Voci correlate

«Colui che testimonia la fede», in particolare «chi è disposto a subire la morte piuttosto che rinunciare alla propria fede religiosa», specificamente «uno dei cristiani che un tempo venivano messi a morte perché non rinnegavano le loro credenze». Questa definizione risale all’inglese antico martyr, dal latino tardo martyr (da cui anche il francese antico martir, lo spagnolo martir, l’italiano martire, ecc.), e deriva dal greco dorico martyr, in precedenza martys (genitivo martyros), usato in ambito cristiano per indicare appunto il «martire», ovvero letteralmente il «testimone».

Si dice a volte che questa parola greca sia collegata a mermera, che significa «cura, preoccupazione», derivante da mermairein («essere ansioso o pensieroso»), e risalente alla radice ricostruita del proto-indoeuropeo *(s)mrtu- (da cui anche il sanscrito smarati, «ricorda», e il latino memor, «memore»). Tuttavia, Beekes ha sollevato obiezioni fonetiche a questa teoria e suggerisce piuttosto che si tratti di un prestito dal pre-greco.

Per il cambiamento di significato da «testimonianza» astratta a «testimone», si può confrontare il francese témoin («testimone»), che deriva dal latino testimonium; in inglese, witness (sostantivo) significa «colui che testimonia», originariamente inteso come «testimonianza».

La parola è stata adottata direttamente nella maggior parte delle lingue germaniche (antico sassone, antico frisone martir, antico alto tedesco martyr, ecc.), ma nelle lingue norrene si è usata una formazione nativa, pislarvattr, che significa letteralmente «testimone di tortura».

Il significato di «chi subisce la morte o una grave perdita per difendere o sostenere una causa o una fede» (come l’amore, ecc.) risale alla fine del XIV secolo. L’accezione più generale di «sofferente costante, vittima di sventure, calamità, malattie, ecc.» compare negli anni ’50 del XVI secolo. Il termine Martyr complex, che indica un «desiderio esagerato di auto-sacrificio», è attestato nel 1916.

Il -logy è un elemento che si usa per indicare un "ramo di conoscenza o scienza." Oggi è la forma più comune, ma in origine, attorno al 1800, si trovava in alcune formazioni occasionali come commonsensology e simili. Ha guadagnato legittimità grazie all'influenza di formazioni più consolidate come geology e mythology, dove il -o- funge da vocale di legame nel termine precedente.

The second element is prop[erly] -logy ( -logue, etc.), the -o- belonging to the preceding element; but the accent makes the apparent element in E[nglish] to be -ology, which is hence often used as an independent word. [Century Dictionary] 
Il secondo elemento è propriamente -logy ( -logue e simili), con il -o- che appartiene all'elemento precedente. Tuttavia, l'accento fa sembrare che in inglese l'elemento sia -ology, il che ha portato a usarlo spesso come parola indipendente. [Century Dictionary] 
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