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Significato di output

produzione; rendimento; emissione

Etimologia e Storia di output

output(n.)

"quantità di materiale prodotto o emesso in un determinato periodo di tempo," 1839, da out- + put (verbo). Fino al circa 1880, "un termine tecnico nel commercio del ferro e del carbone" [OED]; nel 1884 usato per indicare "l'energia prodotta da un dispositivo o sistema." Il verbo è attestato dalla metà del XIV secolo, inizialmente con il significato di "espellere, escludere" (un senso ora obsoleto); il significato di "produrre" risale al 1858.

Voci correlate

Il termine medio inglese putten deriva dal tardo inglese antico *putian, che significava "spingere, spingere con forza" (qualcuno o qualcosa; un significato oggi obsoleto). Aveva anche il senso di "muovere fisicamente un oggetto per metterlo in una certa posizione," come suggerito da putung, che significa "istigazione, incitamento," letteralmente "un mettere." È correlato a pytan, che significa "mettere fuori, spingere fuori" (dagli occhi). Probabilmente deriva da una radice germanica che ha dato origine anche al danese putte ("mettere"), al dialettale svedese putta; al medio olandese pote ("germoglio, pianta") e all'olandese poten ("piantare"), fino all'antico norreno pota ("pungere").

La forma passata obsoleta putted è attestata tra il XIV e il XV secolo. A partire dal 1300, il verbo assume il significato di "lanciare, scagliare, proiettare," in particolare "gettare con un movimento ascendente e in avanti del braccio" (il nome Will. Putstan è documentato dal 1296). Dalla metà del XIV secolo, viene usato anche in senso figurato per indicare "portare (qualcuno) in un determinato stato o condizione." Verso la fine del XIV secolo, si evolve nel significato di "sottoporre (qualcuno a qualcosa)," come in put to death ("condannare a morte"), attestato intorno al 1400, e put to shame ("mettere alla vergogna"), documentato a metà del XV secolo. Dalla metà del XIV secolo, assume anche il significato di "fare una dichiarazione, esprimere verbalmente o per iscritto," da cui deriva il senso di "esprimere o dichiarare (in un certo modo)," attestato negli anni '90 del '600, e anche "proporre o presentare a qualcuno per considerazione."

Il phrasal verb put (something) back compare negli anni '30 del '500 con il significato di "ostacolare, ritardare," mentre nel 1816 assume il senso di "ripristinare la posizione o il luogo originale." Il phrasal verb put (something) down, che significa "sopprimere con la forza o l'autorità" (una ribellione, ecc.), è attestato dalla metà del XIV secolo. L'espressione put upon (qualcuno), che significa "fare uno scherzo, imporre qualcosa," risale agli anni '90 del '600. L'espressione put up with, che significa "tollerare, accettare, sopportare senza protestare o risentirsi" (1755), potrebbe derivare da put up ("prendere in affitto," ecc.), attestata nel 1727. L'espressione put (someone) on, che significa "ingannare," è attestata dal 1958. Infine, l'espressione put upon (qualcuno), che significa "fare uno scherzo, ingannare, imporre qualcosa," risale agli anni '90 del '600.

In antico inglese, era un prefisso comune per nomi, aggettivi, avverbi e verbi, con significati come "fuori, verso l'esterno, esterno; avanti, lontano," derivato da out (avv.). Questo uso era ancora più diffuso nel medio inglese e si estendeva anche a sensi come "esterno, all'esterno, da fuori, esterno, esternamente; separato; molto, estremamente; completamente, fino alla fine." Altri significati di out che si sono evoluti nel suo uso come prefisso includono "oltre la superficie o i limiti; al massimo grado; fino a una risoluzione esplicita."

In composition out has either its ordinary adverbial sense, as in outcast, outcome, outlook, etc., or a prepositional force, as in outdoors, or forms transitive verbs denoting a going beyond or surpassing of the object of the verb, in doing the act expressed by the word to which it is prefixed, as in outrun, outshine, outvenom, etc. In the last use especially out may be used with almost any noun or verb. [Century Dictionary]
Nel comporre parole, out mantiene o il suo significato avverbiale comune, come in outcast, outcome, outlook, ecc., oppure assume una forza preposizionale, come in outdoors, o forma verbi transitivi che indicano un superamento o una trascendenza dell'oggetto del verbo, realizzando l'azione espressa dalla parola a cui è prefisso, come in outrun, outshine, outvenom, ecc. In quest'ultimo uso, in particolare, out può essere combinato con quasi qualsiasi nome o verbo. [Century Dictionary]
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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of output

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