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Significato di panicky

ansioso; in preda al panico; agitato

Etimologia e Storia di panicky

panicky(adj.)

"di o relativo al panico; incline al panico," 1865, in un contesto della Guerra Civile Americana, derivato da panic (n.1) + -y (2). Correlato: Panickiness.

I remonstrated against it in private conversations and in written despatches, until I am very certain that the parties to whom my remonstrances were made, and those around them, began to think I was getting panicky, as they say, and I had to stop it. [Brig. Gen. A.L. Lee, testimony on the Red River Expedition before the Joint Committee on the Conduct of the War, 38th Congress, 2nd session, Washington, 1865]
Ho protestato contro di esso in conversazioni private e in dispacci scritti, fino a quando sono diventato molto certo che le persone a cui erano rivolte le mie proteste, e quelle intorno a loro, hanno cominciato a pensare che stessi diventando panico, come dicono, e ho dovuto fermarlo. [Brig. Gen. A.L. Lee, testimonianza sulla Red River Expedition davanti al Joint Committee on the Conduct of the War, 38° Congresso, 2ª sessione, Washington, 1865]

Voci correlate

"terrore di massa improvviso," in particolare una paura esagerata che colpisce molte persone senza una causa visibile o ispirata da motivi futili o pericoli minimi, attestato dal 1708. Questo termine deriva da un aggettivo usato già nel 1600 per descrivere fear, terror, e simili, e proviene dal francese panique (XV secolo), a sua volta dal greco panikon, che significa letteralmente "relativo a Pan." Pan era il dio dei boschi e dei campi, noto per generare suoni misteriosi che provocavano una paura contagiosa e infondata tra greggi e folle, o in chi si trovava in luoghi isolati. Nella sua accezione di "panico, paura," il termine greco è un'abbreviazione di panikon deima, che significa "paura da panico," derivato dal neutro di Panikos, ossia "di Pan."

Il significato di "preoccupazione diffusa in una comunità commerciale riguardo a questioni finanziarie" è documentato dal 1757. Panic-stricken è attestato dal 1804. Panic attack compare nel 1970. Panic button in senso figurato è usato nel gergo dei piloti di jet già nel 1948; il significato letterale emerge nel 1965 in riferimento alla sicurezza carceraria.

And if he gets in a tight spot and doesn't know what to do, he "pushes the panic button for two minutes of disorganized confusion." During his first few weeks he may even find the panic button "stuck in the on position." ["How Jet Jockeys Are Made," Popular Science, December 1948]
E se si trova in una situazione difficile e non sa cosa fare, "premere il pulsante di panico per due minuti di confusione disorganizzata" diventa la sua soluzione. Nei primi giorni potrebbe persino scoprire che il pulsante di panico è "bloccato nella posizione on." ["How Jet Jockeys Are Made," Popular Science, dicembre 1948]

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

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Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Tendenze di " panicky "

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of panicky

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