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Significato di unjustified

ingiustificato; non provato; non giustificato

Etimologia e Storia di unjustified

unjustified(adj.)

Intorno al 1400, il termine significava "non punito o giustiziato, non portato di fronte alla giustizia," derivando da un- (1) che significa "non" e dal participio passato di justify (v.). Già nei primi anni del 1500 veniva usato per indicare "non reso giusto" agli occhi di Dio. Il significato di "non dimostrato giusto o appropriato" è attestato a partire dagli anni '80 del 1600.

Voci correlate

Intorno al 1300, il significato era "amministrare giustizia"; verso la fine del 1400, si è evoluto in "mostrare (qualcosa) come giusto o corretto". Questo deriva dal francese antico justifiier, che significava "sottoporre a procedimento giudiziario" (XII secolo), e risale al tardo latino iustificare, che indicava "agire con giustizia nei confronti di qualcuno; rendere giusto". A sua volta, questo proviene dal latino iustificus, che significa "che agisce con giustizia, giusto", composto da iustus (giusto, vedi just (agg.)) e dalla forma combinata di facere (fare, realizzare), che deriva dalla radice indoeuropea *dhe- (mettere, porre).

Il significato di "dichiarare innocente o senza colpa" è attestato negli anni '20 del 1500. Per quanto riguarda le circostanze, l'uso di "fornire giustificazione" risale agli anni '30 del 1600. L'accezione di "rendere esatto" (oggi principalmente legata alla composizione tipografica) appare negli anni '50 del 1500. Correlati: Justified; justifier; justifying.

Il prefisso di negazione, in antico inglese un-, deriva dal proto-germanico *un- (presente anche nell'antico sassone, antico frisone, antico alto tedesco, tedesco un-, gotico un-, olandese on-), e risale all'indo-europeo *n- (origine di a-, an- in sanscrito "non", a-, an- in greco, an- in antico irlandese, in- in latino), che è la forma combinata della radice *ne- "non".

È il prefisso più prolifico in inglese, usato liberamente e diffusamente nell'antico inglese, dove forma più di 1.000 composti. Contende con il suo omologo derivato dal latino in- (1) il diritto di negare certi termini (indigestable/undigestable, ecc.), e sebbene entrambi possano essere usati insieme per indicare sfumature di significato (unfamous/infamous), di solito non lo sono.

Spesso ha un tono eufemistico (untruth per "una bugia") o enfatico, soprattutto quando suggerisce un'idea di privazione o liberazione: unpeel "sbucciare"; unpick "scassinare (una serratura) con strumenti da ladro"; unloose per "allentare".

Forma anche parole a partire da frasi, come uncalled-for, circa 1600; undreamed-of, anni '30 del 1600. Fuller (1661) usa unbooklearned. Una descrizione di un testamento legale del XV secolo contiene unawaydoable; Ben Jonson scrive un-in-one-breath-utterable. La parola uncome-at-able è attestata negli anni '90 del 1600 in Congreve, ma Samuel Johnson nel XVIII secolo e Fowler nel XX secolo la criticano ("La parola aveva senza dubbio, due o tre secoli fa, un'aria spavalda da 'chi se ne frega dei grammatici'; quella spavalderia è svanita da tempo; non ha scopo che 'inaccessibile' non abbia già...").

Tuttavia, la pratica è continuata; unlawlearned (Bentham, 1810), unlayholdable (1860); unputdownable, riferito a un libro, compare nel 1947; unpindownable, nel 1966. Si può anche confrontare con put-up-able-with (1812). Come prefisso nel telegraphese, per sostituire not e risparmiare il costo di una parola, è attestato dal 1936.

Grazie alla sua versatilità e alla necessità di esprimere negazioni, il numero di parole che possono essere create con un- in inglese è quasi infinito, e il fatto che alcune vengano usate mentre altre rimangano inedite dipende dal capriccio degli autori.

Gli editori di dizionari hanno notato questo fenomeno fin dal XVIII secolo, ma hanno anche ampliato la lista. Il "New and Complete Dictionary of the English Language" di John Ash (1775) presenta molte pagine di voci con un- in un'unica riga; tra una dozzina di voci consecutive ci sono unhaggled, unhaired, unhalooed, unhaltering (aggettivo), unhaltering (sostantivo), che il OED (1989) osserva essere state "ovviamente create per l'occasione" e che compaiono in altri testi solo decenni dopo, se mai. (Ash vindicated.)

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of unjustified

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