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Significato di virtu

passione per le opere d'arte; qualità interessante in un oggetto d'arte; eccellenza

Etimologia e Storia di virtu

virtu(n.)

Nel 1722, il termine indicava una "passione per le opere d'arte," e nel 1771 si riferiva a una "qualità curiosa o interessante in un oggetto d'arte." Deriva dall'italiano virtu, che significa "eccellenza," a sua volta proveniente dal latino virtutem (nominativo virtus), che significa "virtù, bontà, virilità" (vedi virtue).

È un doppione di virtue, preso in prestito in un periodo in cui tutto ciò che era italiano era di moda nella società inglese. A volte è scritto vertu, come se provenisse dal francese, ma questo significato non esiste in francese. Si può anche confrontare con virtuoso.

Voci correlate

Intorno al 1200, vertu, "vita e condotta morale, rettitudine nella vita, opposto al vizio; una particolare eccellenza morale," dall'anglo-francese e francese antico vertu "forza, vigore, energia; forza morale; qualità, abilità" (X secolo in francese antico), dal latino virtutem (nominativo virtus) "forza morale, alto carattere, bontà; virilità; valore, coraggio, audacia (in guerra); eccellenza, valore," da vir "uomo" (dalla radice PIE *wi-ro- "uomo").

For my part I honour with the name of virtue the habit of acting in a way troublesome to oneself and useful to others. [Stendhal "de l'Amour," 1822]
Da parte mia, onoro con il nome di virtù l'abitudine di agire in modo fastidioso per se stessi e utile agli altri. [Stendhal "de l'Amour," 1822]

Specialmente (nelle donne) "castità, purezza sessuale" a partire dagli anni '90 del '500.

La frase by virtue of (inizio XIII secolo) conserva un senso medio inglese di "efficacia, potere intrinseco," una proprietà capace di produrre determinati effetti. Nella Bibbia di Wycliffe del XIV secolo si trova virtue dove la KJV usa power. Le seven cardinal virtues (inizio XIV secolo) erano naturali (giustizia, prudenza, temperanza, fortezza) e teologiche (speranza, fede, carità). Make a virtue of a necessity (fine XIV secolo) traduce il latino facere de necessitate virtutem [Girolamo].

Nel 1610, il termine indicava un "studioso delle arti, un intenditore." Negli anni 1660, si è evoluto per descrivere "una persona che ha un'apprezzamento istruito dell'eccellenza artistica." Deriva dall'italiano virtuoso (al plurale virtuosi), usato come sostantivo, e originariamente come aggettivo significava "abile, erudito, di eccezionale valore." Questo a sua volta proviene dal latino tardo virtuosus (vedi virtuous).

Il significato di "persona con grande abilità, un maestro della parte meccanica di un'arte fine" (come nella musica) è attestato dal 1743. La forma femminile è virtuosa. Relati: Virtuosic; virtuosoship.

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