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Significato di viz.

cioè; ossia; vale a dire

Etimologia e Storia di viz.

viz.

Negli anni 1530, l'abbreviazione di videlicet significava "cioè, vale a dire, in altre parole" (metà del XV secolo). Proveniva dal latino videlicet, che si traduce come "evidentemente, certo," ed era una contrazione di videre licet, ovvero "è permesso vedere." Questo a sua volta derivava da videre, che significa "vedere" (guarda vision), e licet, che significa "è permesso," la terza persona singolare del presente indicativo di licere, che significa "essere permesso" (vedi licence). La -z- non è una lettera dell'alfabeto, ma in origine era un ricciolo, che rappresentava il simbolo di abbreviazione usato nel latino medievale per la desinenza -et. "Quando veniva letto ad alta voce, di solito si traduceva con 'cioè.'" [OED]

Voci correlate

Verso la fine del XIV secolo, il termine indicava "autorizzazione formale, permesso ufficiale, privilegio". Deriva dall'antico francese licence, che significava "libertà, potere, possibilità; permesso", risalente al XII secolo, e a sua volta dal latino licentia, che esprimeva concetti simili come "libertà, sfrenatezza, presunzione". Questo termine latino proveniva da licentem (nominativo licens), participio presente di licere, che significava "essere permesso, essere lecito". La radice indoeuropea *leik- significava "offrire, contrattare, fare un'offerta", e potrebbe essere alla base anche del lettone likstu, che significa "vengo a patti".

Il significato di "permesso formale (di solito scritto) da un'autorità per compiere un'azione" (come sposarsi, cacciare, guidare, ecc.) appare per la prima volta all'inizio del XV secolo. In inglese, il termine ha anche assunto il significato di "libertà eccessiva, disprezzo delle norme" a metà del XV secolo. Nella lingua medioinglese si trovano diverse varianti di scrittura, come licence, licens, lisence, lissens, licance. Ci sono stati tentativi di limitare l'uso di license ai verbi e di riservare licence ai sostantivi (simile a quanto avviene con advise/advice e devise/device; si veda anche la nota nell'OED). Negli Stati Uniti, però, license è comunemente usato sia come verbo che come sostantivo.

Poetic licence, che indica "deviazione intenzionale da forme o regole riconosciute", compare nel 1733, mentre una forma precedente, lycence poetycall, risale al 1530. Il termine licence-plate appare nel 1870, inizialmente riferito a cani e carri prima di essere usato per le automobili; licence-number è attestato nel 1903.

Intorno al 1300, il termine visioun indicava "ciò che viene visto", in particolare "qualcosa che si vede nell'immaginazione o nel soprannaturale", sia da chi dorme che da chi è sveglio. Derivava dall'anglo-francese visioun e dall'antico francese vision, che significava "presenza, vista; osservazione, aspetto, sogno, visione soprannaturale" (XII secolo). La radice latina è visionem (al nominativo visio), che si traduce come "atto di vedere, vista, cosa vista". Questo sostantivo deriva dal participio passato di videre, che significa "vedere", e risale alla radice proto-indoeuropea *weid-, anch'essa legata al concetto di visione.

Il termine assunse anche il significato di "racconto narrativo di una visione" a metà del XIV secolo. All'inizio del XV secolo, cominciò a essere usato per descrivere "una percezione visiva" di qualcosa. Le accezioni "senso della vista, facoltà che percepisce attraverso l'occhio" e "atto di vedere oggetti esterni" si affermarono verso la fine del XV secolo.

Nel XX secolo, il termine si evolse ulteriormente, arrivando a indicare una "concezione mentale distinta e vivida di un progetto o di un'anticipazione". Il significato di "previsione politica sagace, lungimiranza da statista" è attestato a partire dal 1926.

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Tendenze di " viz. "

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Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of viz.

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