Nel 1841, il termine viene utilizzato sia come sostantivo che come aggettivo, derivando dal francese communiste, a sua volta composto da commun (in antico francese comun, che significa "comune, generale, libero, aperto, pubblico"; vedi common (aggettivo)) + -iste (consulta -ist). La prima attestazione scritta è di John Goodwin Barmby (1820-1881), un socialista utopico britannico che nel 1841 fondò la London Communist Propaganda Society. Il significato principale moderno, ovvero "un oppositore del capitalismo o un sostenitore del socialismo rivoluzionario", si afferma dopo la pubblicazione del Manifesto Comunista ("Manifest der Kommunistischen Partei") nel 1848.
All communists without exception propose that the people as a whole, or some particular division of the people, as a village or commune, should own all the means of production--land, houses, factories, railroads, canals, etc.; that production should be carried on in common; and that officers, selected in one way or another, should distribute among the inhabitants the fruits of their labor. [Richard T. Ely, "French and German Socialism in Modern Times," New York, 1883]
Tutti i comunisti, senza eccezione, propongono che il popolo nel suo insieme, o una particolare suddivisione di esso, come un villaggio o una comune, debba possedere tutti i mezzi di produzione—terre, case, fabbriche, ferrovie, canali, ecc.; che la produzione debba avvenire in comune; e che funzionari, scelti in un modo o nell'altro, distribuiscano tra gli abitanti i frutti del loro lavoro. [Richard T. Ely, "French and German Socialism in Modern Times," New York, 1883]
La forma abbreviata Commie è attestata dal 1939. Il Century Dictionary (1900) riconosce solo il sostantivo; come aggettivo è presente solo communistic (1850), che significa "relativo ai comunisti o al comunismo."