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Significato di dressy

elegante; raffinato; appariscente

Etimologia e Storia di dressy

dressy(adj.)

"appassionata di moda, incline a vestirsi in modo elaborato o appariscente," 1760s, da dress (v.) + -y (2).

For as her natural face decays, her skill improves in making the artificial one. Well, nothing diverts me more than one of those fine, old, dressy things, who thinks to conceal her age by everywhere exposing her person; sticking herself up in the front of a side-box; trailing through a minuet at Almack's; and then, in the public gardens looking, for all the world, like one of the painted ruins of the place. [Goldsmith, "The Good Natured Man," 1768]
Poiché il suo viso naturale perde freschezza, migliora nella creazione di quello artificiale. Beh, nulla mi diverte di più di una di quelle belle, vecchie signore eleganti, che pensa di nascondere la sua età esponendo ovunque il suo corpo; sistemandosi in prima fila in un palco laterale; danzando in un minuetto ad Almack's; e poi, nei giardini pubblici, sembrando, per tutti, una delle rovine dipinte del luogo. [Goldsmith, "L'uomo di buon senso," 1768]

Voci correlate

Intorno al 1300, il termine significava "rendere dritto; dirigere, guidare, controllare; preparare per la cottura." Deriva dall'antico francese dresser, drecier, che si traduceva con "sollevarsi; preparare; alzare, sollevare, montare; sistemare, disporre, apparecchiare (una tavola), servire (cibo); raddrizzare, mettere a posto, dirigere." La sua origine è nel latino volgare *directiare, che significa "rendere dritto," a sua volta derivato dal latino directus, che significa "diretto, dritto." Questo era il participio passato di dirigere, che significa "mettere dritto," composto da dis- (che indica separazione, come in dis-) e regere, "guidare, dirigere, mantenere dritto," proveniente dalla radice proto-indoeuropea *reg-, che significa "muoversi in linea retta."

Il significato di "decorare, adornare" appare verso la fine del XIV secolo, così come quello di "indossare abiti." La vecchia accezione è ancora presente nell'espressione militare dress ranks, che significa "allineare le colonne di soldati." Riguardo agli uomini, il termine ha assunto un significato specifico legato alla posizione dell'organo sessuale nei pantaloni a partire dal 1961.

Dress up, che significa "vestirsi in modo elaborato, indossare i propri abiti migliori," compare negli anni '70 del '600. Al contrario, dress down, "indossare abiti meno formali di quanto ci si aspetti," è attestato solo nel 1960. L'uso transitivo di dress (someone) down, che significa "rimproverare, sgridare," risale al 1876, mentre in precedenza era semplicemente dress (1769), con un significato ironico. Nel medio inglese, dress up significava "alzarsi" e dress down "inginocchiarsi." Termini correlati: Dressed; dressing.

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

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Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of dressy

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