Intorno al 1300, il termine marien si usava per indicare l'atto di "dare in matrimonio" un figlio o una figlia, e poteva anche essere usato in modo intransitivo per significare "entrare nello stato coniugale, sposarsi." Proveniva dal francese antico marier, che significava "sposarsi, dare in sposa, unire in matrimonio." Le radici si trovano nel latino marītāre, che significa "sposare, dare in matrimonio," e da cui derivano anche l'italiano maritare e lo spagnolo e portoghese maridar. Questo a sua volta derivava da marītus, che indicava un "uomo sposato, marito," ma le sue origini non sono del tutto chiare.
Forse alla fine significava "fornito di una *mari," ovvero una giovane donna, e si ricollegava alla radice proto-indoeuropea *mari-, *mori-, che indicava "giovane sposa, giovane donna." Questa radice è alla base di parole come il gallese morwyn ("ragazza, fanciulla") e il medio gallese merch ("figlia"). Era affine a *meryo-, che significava "giovane uomo" e da cui deriva il sanscrito marya- ("giovane uomo, pretendente").
All'inizio del XIV secolo, il termine si era evoluto per indicare "prendere qualcuno in matrimonio, sposare." Verso la fine del XIV secolo, assunse il significato di "diventare marito e moglie secondo la legge o la consuetudine, sposarsi." La forma transitiva, usata per descrivere il rito matrimoniale eseguito da un sacerdote o da un ufficiale, ovvero "unire in matrimonio," si attestò negli anni '20 del XVI secolo.
Il significato figurato di "unire intimamente o attraverso un legame stretto" emerse all'inizio del XV secolo. Correlati: Married; marrying. L'espressione the marrying kind, usata per descrivere chi è incline al matrimonio e quasi sempre accompagnata da una connotazione negativa, risale al 1824. Probabilmente è una forma abbreviata di marrying kind of men, tratta da un saggio popolare di Chesterfield del 1756.
In alcune lingue indoeuropee esistevano verbi distinti per "sposare" a seconda che si riferissero a uomini o donne, anche se molti di questi si sono poi generalizzati. Ad esempio, in latino si usava ducere uxorem (per gli uomini), che letteralmente significa "condurre una moglie," mentre nubere (per le donne) potrebbe originariamente significare "velarsi" [Buck]. Un confronto interessante si può fare con l'antico norreno, dove kvangask (per gli uomini) derivava da kvan ("moglie," vedi quean), quindi significava "prendere una moglie," mentre giptask (per le donne) proveniva da gipta, un uso specializzato di "dare" (vedi gift (n.)), quindi significava "essere data in sposa."