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Significato di mousy

timido; di colore grigio topo; silenzioso

Etimologia e Storia di mousy

mousy(adj.)

"che somiglia a un topo," 1812 in riferimento alla quietezza; 1853, per colore; da mouse (n.) + -y (2).

Voci correlate

Il Medio Inglese mous, derivante dall'Inglese Antico mus, si riferisce a un "piccolo roditore", ma anche al "muscolo del braccio" (si veda muscle (n.)). Questo a sua volta proviene dal Proto-Germanico *mus, che ha dato origine anche all'Old Norse, Old Frisian, Middle Dutch, Danese, Svedese mus, Olandese muis, Tedesco Maus "topo".

La radice si trova nell'Indoeuropeo *mus-, il termine antico per topo, che è stato preservato in diverse famiglie linguistiche. È all'origine di parole come il Sanscrito mus "topo, ratto", il Persiano Antico mush "topo", il Slavo Antico mysu, il Latino mus, il Lituano muse "topo", e il Greco mys "topo, muscolo".

La forma plurale mice (Inglese Antico mys) mostra i segni dell'i-mutation. A partire dalla fine del XIV secolo, è stata usata anche per descrivere qualcosa di timido o debole. È stata contrapposta a man (n.) a partire dagli anni '20 del Seicento (nor man nor mouse).

Il significato di "occhio nero" (o altro gonfiore di colore anomalo sul corpo) risale al 1842. L'accezione informatica di "piccolo dispositivo manovrato a mano su una superficie piana per muovere un cursore o una freccia su uno schermo" è documentata dal 1965, anche se il termine era stato già usato dal 1750 per descrivere altri oggetti simili a un topo per forma, principalmente in ambito nautico.

Parturient montes, nascetur ridiculus mus [Horace]
Parturient montes, nascetur ridiculus mus [Orazio]

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

*

Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of mousy

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