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Significato di peachy

color pesca; attraente; piacevole

Etimologia e Storia di peachy

peachy(adj.)

Nella decade del 1590, il termine descriveva qualcosa che "somigliava a una pesca" per colore, consistenza o altro, derivando da peach (sostantivo) + -y (2). Il significato gergale di "attraente" è attestato già nel 1900. La forma estesa peachy-keen è registrata a partire dal 1953. Correlato: Peachiness.

Voci correlate

Intorno al 1400 peche, peoche indicava il "frutto carnoso dell'albero di pesco" (già alla fine del XII secolo come cognome). Deriva dall'antico francese pesche, che significa "pesca, albero di pesco" (nella variante dell'Old North French peske e nel francese moderno pêche). La radice è il latino medievale pesca, a sua volta dal latino tardo pessica, variante di persica, che significa "pesca, albero di pesco". Questo termine latino deriva da mālum Persicum, che si traduce letteralmente in "mela persiana", e traduce il greco Persikon malon, dove Persis significa "Persia" (vedi Persian).

Nell'inglese antico era persue, persoe, preso direttamente dal latino. In greco antico Persikos poteva riferirsi sia a "persiano" che a "pesca". Anche se l'albero è originario della Cina, è arrivato in Europa attraverso la Persia. Nel 1663 William Penn notò pesche coltivate nelle piantagioni americane. Il significato di "donna attraente" è attestato dal 1754, mentre quello di "buona persona" risale al 1904. L'espressione Peaches and cream, usata per descrivere un certo tipo di carnagione, appare nel 1901. Peach blossom, che indica la delicata tonalità rosa dei fiori di pesco, è documentata dal 1702. La Georgia è conosciuta come Peach State dal 1939, anche se già nel 1908 era riconosciuta come uno dei principali produttori di pesche.

È un suffisso aggettivale molto comune che significa "pieno di, coperto da, o caratterizzato da" ciò che esprime il sostantivo. Deriva dall'inglese medio -i, che a sua volta proviene dall'inglese antico -ig, risalendo al proto-germanico *-iga- e all'indoeuropeo -(i)ko-, un suffisso aggettivale. È imparentato con elementi greci come -ikos e latini come -icus (vedi -ic). Tra i cognati germanici troviamo il fiammingo, il danese, il tedesco -ig e il gotico -egs.

È stato usato a partire dal XIII secolo con i verbi (drowsy, clingy) e nel XV secolo ha iniziato a comparire anche con altri aggettivi (crispy). È principalmente associato a monosillabi; con aggettivi di più di due sillabe tende a risultare comico.

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Le forme varianti in -y per aggettivi brevi e comuni (vasty, hugy) hanno aiutato i poeti dopo la perdita della -e grammaticalmente vuota ma metricamente utile nell'inglese medio tardo. Gli autori di versi si sono adattati alle forme in -y, spesso in modo artistico, come nel verso di Sackville "The wide waste places, and the hugy plain." (usare and the huge plain avrebbe creato un problema metrico).

Dopo la critica di Coleridge, che lo considerava un artificio arcaico, i poeti hanno abbandonato forme come stilly (Moore è probabilmente stato l'ultimo a usarla, con "Oft in the Stilly Night"), paly (già usata da Keats e dallo stesso Coleridge) e altre simili.

Jespersen, nel suo "Modern English Grammar" del 1954, elenca anche bleaky (Dryden), bluey, greeny e altri termini legati ai colori, lanky, plumpy, stouty e lo slang rummy. Secondo lui, Vasty sopravvive solo come imitazione di Shakespeare, mentre cooly e moisty (Chaucer, quindi Spenser) sono ormai completamente obsoleti. Tuttavia, in alcuni casi nota che forme come haughty e dusky sembrano aver soppiantato quelle più brevi.

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    Traduzione generata da IA. Per il testo originale, clicca qui: Etymology, origin and meaning of peachy

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